di Marina Terragni*  
E’ un diesel, Laura Puppato, candidata alle primarie del centrosinistra. Parte con calma e garantisce il traguardo. Edo Ronchi, già ministro per l’ambiente del governo Prodi, racconta che quando incontrò la sua omologa tedesca Angela Merkel già si parlava di lei come possibile Cancelliera. Lui non ci avrebbe scommesso un soldo bucato.
Poi le cose sono andate come sappiamo, e Ronchi non intende sbagliare per la seconda volta: sostiene Laura, è convinto che dopo essere stata una grande sindaca a Montebelluna (Tv) potrebbe diventare una grande premier, in grado di reggere il confronto con Merkel.
Più Grünen che verde, il core di Puppato è decisamente ambientale. Così nasce politicamente, piccola imprenditrice pacifista ed ecologista che prima vince una lotta contro un inceneritore devastante, poi diventa sindaca a furor di popolo contro la Lega più feroce, applica il protocollo di Kyoto, viene pluripremiata per le sue pratiche amministrative e insignita da Grillo del titolo “prima sindaca a 5 stelle”.  Ambiente-lavoro-sviluppo, inestricabilmente connessi. La straripante e ineguagliabile bellezza, vera materia prima del nostro Paese, che saprà darci il pane di cui abbiamo bisogno. La salvaguardia del territorio come la vera grande opera a cui dobbiamo attendere. Un preciso capitolato dei lavori necessari per “riparare l’Italia” (slogan mutuato da Alex Langer), che creerebbe centinaia di migliaia di posti di lavoro: la stella polare di Puppato è questa.  Il traguardo, oltre lo steccato delle primarie, è un ruolo di primo piano nel futuro politico, per mettere in campo “un’altra idea di mondo”. Per applicare il suo sguardo di donna –non rivendicato, non strillato, ma consapevole- a un bene comune che ne è stato privato, e con i risultati che vediamo.
Sguardo che, come lei testimonia, è forza, è coraggio, determinazione, concretezza, responsabilità. E’ “sapere che hai dei figli, e non dimenticarsi mai del loro bene”. E’ “mettere i piccoli al centro di ogni atto politico per essere certi che quello che stai facendo è giusto”.  Politicamente la più giovane di tutti i candidati, perfino del “ragazzo” Renzi, in queste primarie Puppato rappresenta il nuovo: per i suoi temi, perché è donna, la discontinuità più forte in questo Paese misogino (siamo all’80 esimo posto nel Global Gender Gap Report, il Burundi sta al 24 esimo).  E anche per la rottura radicale con il linguaggio catodico del Diciassettennio: c’è da lottare per pettinarla, quando va in tv. Per la piega c’è sempre tempo, ora abbiamo tanto da fare…
marina.terragni@rcs.it
twitter: @marinaterragni
*estratto da Comunicare il Sociale del 23 Novembre 2012

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