di Luca Mattiucci*
Volontariato solidarietà a km 0. Era questo il titolo della VI Conferenza nazionale tenutasi nei giorni scorsi a L’Aquila. Ma qualcuno deve aver letto male. Complice alcune paia d’occhiali dozzinali (la crisi colpisce tutti) in molti devono aver letto Volontariato km0. Fine. The End. Sta di fatto che tutti, Conferenza Stato Regioni, l’Anci, l’Upi, il ministro dell’Economia e quello della Coesione sociale han disertato. Cosa ci andiamo a fare da quegli sfigati? Italia numero uno. Italia numero due: quella delle associazioni. Quelle 850 delegate che prima di arrivar lì si erano incontrate 100 volte (contate) per portar IDEE, racchiuse in una lettera (on-line su http://www.comunicareilsociale.com/2012/10/09/lettera-al-paese/), su un modello diverso di economia, sul taglio alle spese militari, sull’utilizzo dei beni sequestrati, sulle questioni legate ai Lep, all’Irap ed all’Imu. Silenzio. I volontari, allora, han perso la pazienza e l’han detto “siamo incazzati”. S’interroga Francesca Danese del CSVnet “A chi importa davvero del volontariato in questo paese?”. Risposta: il silenzio delle macerie aquilane. Poi ci son i brusii che danno i grandi assenti per tali perché il Ministero della Fornero, venuta a fare una lezioncina sul volontariato (salvo accorgersi che la sala di volontari era gremita), sembra non aver provveduto agli inviti. I media, infine, distratti dal toto-premier. Risultato: ancora silenzio. Adesso pare che un po’ di rumore si farà.
La preoccupazione resta per gli italiani, tutti gli altri, quelli che in silenzio continuano ad inseguire il leader di turno senza comprendere che nulla cambierà se non sarà la base a cambiare persone e pensieri.
*direttore responsabile Comunicare il Sociale