ROMA. La scrittrice messicana Lydia Cacho è ospite dell’Istituto Cervantes di Roma nell’ambito dell’iniziativa “Testigos del olvido”. Martedì 13 dicembre presenta “Memorie dell’infamia”, tra violenze, femminicidio, bambini e prigionie. Roberto Saviano la definisce «un modello per chiunque voglia fare giornalismo. È una donna di grande coraggio che ha sopportato la prigione e la tortura per difendere una minoranza che nessuno ascolta, per attirare l’attenzione sugli abusi che bambine e donne devono subire in Messico e nelle parti più povere del mondo. Ha raccolto informazioni mai venute alla luce prima, ha rischiato in prima persona facendo i nomi di politici e imprenditori». Un esempio, dunque di giornalismo e femminismo, al fianco degli ultimi, dei più deboli. Nel 2005 Lydia Cacho pubblica in Messico “Los Demonios del Eden” e la sua vita cambia inesorabilmente. Jean Succar Kuri, noto proprietario di alberghi, uno degli imprenditori messicani più facoltosi, è accusato di essere coinvolto in un giro di pornografia infantile e prostituzione insieme a importanti esponenti politici e loschi uomini d’affari. Per questa inchiesta, supportata dalle dichiarazioni delle vittime e da prove filmate con videocamera nascosta, Lydia Cacho viene citata per diffamazione e arrestata illegalmente da un gruppo di poliziotti, picchiata e rinchiusa nel lontano carcere di Puebla. “Memorie di un’infamia” è il racconto di quanto Lidia Cacho ha vissuto in prima persona in un paese, il Messico, dove ogni anno vengono assassinati decine di giornalisti. Il prezzo pagato da una donna coraggiosa che ha messo a nudo un sistema di delitti infamanti, puntando il dito contro uomini di potere inebriati dal senso di impunità. Una denuncia forte. United Nations Human Rights Council consigliò alla Cacho di lasciare il paese. Lei non lo ha fatto. Sotto scorta, continua a investigare e ricercare la verità al fianco dei più deboli.
RICONOSCIMENTI – Lydia Cacho ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua attività di scrittrice, femminista e attivista per i diritti umani. Ha vinto il “Premio Francisco Ojeda al Valor Periodístico”, dal 2006  è impegnata in prima persona nelle indagini e nella soluzione dei casi, ripetuti e numerosi, di omicidi e abusi su donne irrisolti a Ciudad Juárez. Nel 2007 Amnesty International le ha assegnato il “Ginetta Sagan Award for Women and Children’s Rights” e nel 2008 ha ricevuto l’Unesco/Guillermo Cano World Press Freedom Prize. Nel 2010 Fandango Libri ha pubblicato “Schiave del potere”, il suo ultimo libro.
 
Per saperne di più:
L’istituto Cervantes Roma 

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