NAPOLI. Dopo l’esperienza milanese, prosegue il “tour” della Nco e del “Pacco alla camorra”. L’iniziativa, che intende promuovere una filiera produttiva etica partendo dalle attività sociali sorte nei luoghi che una volta erano simboli di violenza e di sopraffazione, sbarca a Napoli e si presenta alla città nella suggestiva cornice delle Catacombe di Napoli.
LE NOVITA’.  Quest’anno l’iniziativa si presenta con delle innovazioni. I prodotti saranno sottoposti a severi controlli di qualità e venduti con marchio unico ad ombrello “NCO – Nuovo Commercio Organizzato” attraverso il riuso produttivo e sociale dei beni confiscati alla camorra e dei beni comuni su “Le Terre di Don Peppe Diana”. Con il marchio ombrello i produttori si presentano sul mercato con un denominatore comune, senza tuttavia rinunciare alla propria identità. Ma la risposta alla sfida più grande è stata data con l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nelle attività di recupero e gestione degli stessi beni confiscati.
L’IMPEGNO. «Siamo in un momento di transizione selettiva- sottolinea Giuliano Ciano, presidente Consorzio Nuova Cooperazione Organizzata- che non riguarda solo la cooperazione sociale, ma l’intero panorama economico e non solo. Siamo ad un passaggio che sta mettendo sotto grande sforzo l’intero contesto sociale nel quale operiamo, uno stress che ci riguarda tutti: dalle amministrazioni pubbliche alle imprese (anche sociali), dalle famiglie ai servizi. Una sfida che dobbiamo accettare, evitando di perdere il tempo nel cercare le responsabilità di questa situazione, per cercare una prospettiva di evoluzione della nostra esperienza solidale, sociale ed imprenditoriale».

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