LAMEZIA TERME.  “Mi sento ancora confuso ma sono felice del fatto che tanta gente mi stia contattando e stia dimostrando la sua vicinanza a me e a tutta la mia comunità, a tutte le persone che collaborano da anni nelle associazioni e nelle cooperative che abbiamo creato sul territorio. Mi stanno chiamando da tutta Italia, mi sento avvolto dalla solidarietà”. A parlare così è don Giacomo Panizza, sacerdote bresciano che da oltre trent’anni vive ed opera in Calabria dove a Lamezia Terme ha fondato la Comunità Progetto Sud insieme a tante altre realtà impegnate nel sociale. Nella notte di Natale è stata fatta scoppiare una bomba davanti all’ingresso del centro accoglienza per minori stranieri senza famiglia, sodalizio attivo solo da qualche mese ed “ultimo nato” nella grande famiglia della Progetto Sud. Per il prete definito “l’emigrante alla rovescia” si è trattato dell’ennesimo attentato, di una gravissima intimidazione che colpisce non solo i ragazzi ospiti e gli operatori impegnati nel centro, ma anche tutte le altre persone che vivono e lavorano nella struttura che ospita la sede regionale della Fish ( Federazione italiana superamento handicap) presieduta da Nunzia Coppedè.

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