In Italia la biodiversità è sempre più rischio, minacciata soprattutto da crisi climatica, inquinamento, catture accidentali e azioni antropiche. A preoccupare, in particolare, è lo stato di salute di avifauna e anfibi, a cui Legambiente, dedica quest’anno uno speciale all’interno del suo report Biodiversità a rischio 2024. Dal Fratino – a rischio estinzione e la cui presenza nelle spiagge italiane è calata di oltre il 50% negli ultimi 10 anni (se ne stimavano 1550 – 1900 coppie fino al 2010 e solo circa 600 coppie nell’ultimo Atlante Nazionale degli uccelli nidificanti in Italia ed.2022) a causa della pulizia meccanica delle spiagge e dell’incremento di specie predatrici come ratti, gatti, cani, cornacchie e gabbiani reali – alla berta maggiore e minore e al gabbiano corso che soffrono a causa del depauperamento degli stock ittici, del bycatch (catture accidentali) e del disturbo alle colonie in nidificazione. La berta minore, endemica del Mediterraneo e presente in Italia con circa il 67,3% di tutta la popolazione globale, è tra le specie vulnerabili, mentre il gabbiano corso è indicato come “prossimi alla minaccia”. Sotto osservazione anche gli anfibi, la classe di vertebrati più minacciata a livello mondiale. In Italia tra quelli più a rischio ci sono: la salamandra di Aurora, a rischio estinzione, localizzata in una ristretta porzione boschiva delle Prealpi Vicentine e minacciata dalle pratiche forestali; il geotritone del Monte Albo, esclusivo della catena del Monte Albo nel nord-est della Sardegna, è una specie vulnerabile, minacciata soprattutto dalla degradazione del suo habitat ad opera dell’uomo; il Geotritone del Sarrabus, il più minacciato in Italia, è in pericolo critico, è  presente solo in Sardegna, nella regione sud-orientale del Sarrabus, ed è esposto alle minacce della crisi climatica e la Raganella sarda, un anfibio endemico della Sardegna, Corsica e Arcipelago Toscano, potrebbe risentire della carenza d’acqua nei siti riproduttivi e degli effetti negativi derivanti dall’uso eccessivo di prodotti fitosanitari agricoli.

Ritardi Italia e pericolo bycatch e plastica: a pesare su questa fotografia, scattata dal report di Legambiente, sono anche i ritardi dell’Italia sia nell’istituire nuove aree protette e zone di tutela integrale al 2030 sia nel frenare le varie minacce a partire dal bycacth, ossia la cattura accidentale delle specie durante l’attività di pesca. L’Italia ad oggi, denuncia Legambiente, ha fatto ben poco per fronteggiare il fenomeno del bycacth come conferma la lettera di messa in mora che la Commissione Europea ha aperto contro l’Italia per non aver attuato le misure previste dalle Direttive “Uccelli” (79/409/CEE), “Habitat” (92/43/CEE) e “Ambiente Marino” (MSFD-2008/56/CE), specialmente rispetto alla protezione degli uccelli marini sempre più minacciati dal bycatch e dall’inquinamento da plastica in mare.

Nelle acque europee, si stima che più di 200.000 uccelli marini muoiano ogni anno a causa del bycatch, e i palangari e le reti fisse sono i principali responsabili di queste catture. (Studio BirdLife Europe & Central Asia) Nelle acque italiane, le catture accidentali si verificano soprattutto nello Stretto di Sicilia e nel Golfo di Trieste, e tra le specie più a rischio, oltre alla berta maggiore mediterranea, la berta minore, il gabbiano corso, c’è anche il marangone dal ciuffo. L’altro pericolo è rappresentato dalla plastica in mare e dalle microplastiche. Una nuova malattia tipica dell’avifauna marina è la “plasticosi”, una fibrosi nel tratto gastrointestinale, indotta dall’ingestione continua e abbondante di plastica, che provoca lesioni ed inspessimenti dei tessuti con effetti gravi sulla crescita, la digestione e la sopravvivenza degli animali.

Per questo Legambiente torna a chiedere una maggiore tutela della biodiversità, a partire da avifauna e anfibi preziosi termometri dello stato di salute di mare e zone umide, l’istituzione di più aree protette e più interventi in Italia e in Europa. 

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