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«MAI PIU’ UNA/UNO DI MENO»: quando il carcere è donna in un mondo di uomini. Il convegno a Napoli

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Il carcere è al centro del dibattito nel Rione Sanità per il primo convegno organizzato a Napoli dalla rete nazionale di “Sbarre di Zucchero. Quando il carcere è donna in un mondo di uomini”. Titolo del convegno è “Mai più una di Meno”, attraverso le storie di chi ha vissuto e vive il carcere ma anche familiari, volontari, operatori, verranno raccontate luci e ombre del sistema carcere, per riportare al centro del dibattito un tema troppo spesso relegato ai margini. L’appuntamento è alle ore 17.30 nella sede dell’Associazione Liberi di Volare Odv in via Buonomo Giuseppe 39, Napoli.

Il programma – Ad aprire il convegno il cortometraggio di Carlotta Toschi e i saluti delle attiviste Micaela Tosato e Monica Bizaj, tra le fondatrici del gruppo Sbarre di Zucchero, e Don Franco Esposito, direttore Pastorale Carceraria. A seguire le testimonianze delle ragazze e dei ragazzi di Sbarre di Zucchero che racconteranno le loro storie di disagio e riscatto. Infine tavola rotonda moderata da Rossella Grasso, giornalista del Riformista con gli interventi di Emanuela Belcuore, garante dei detenuti per la provincia di Caserta, Elena Cimmino, vice presidente de “Il Carcere Possibile Onlus”, degli avvocati Argia Di Donato, Vincenzo Improta, Carlotta Toschi e della dott.ssa Maria Luisa Palma, direttore della Casa Circondariale di Pozzuoli. Per il Comune di Napoli porterà il suo saluto l’assessore al Welfare e politiche sociali Luca Trapanese. Al termine interventi liberi. Incursioni musicali del cantautore Marco Chiavistrelli. L’evento sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook di Sbarre di Zucchero.

L’Associazione – “Leo amore mio, mi dispiace. Sei la cosa più bella che mi poteva accadere e per la prima volta in vita mia penso e so cosa vuol dire amare qualcuno ma ho paura di tutto, di perderti e non lo sopporterei. Perdonami amore mio, sii forte, ti amo e scusami”. Sono queste le ultime parole d’amore scritte a penna su un foglietto a quadretti da Donatela Hodo, morta suicida in carcere a 27 anni la scorsa estate. Parole d’amore che vengono dal buio più pesto, che sono rimaste incise nel cuore di tanti. E soprattutto delle amiche di Donatella, che avevano condiviso con lei un pezzo di vita. Ed è proprio per non lasciare che quella morte prematura e drammatica sia avvenuta invano, che le sue amiche hanno aperto un gruppo su Facebook “Sbarre di Zucchero” che in 5 mesi di attività si è esteso a varie parti della penisola.

Sbarre di Zucchero è un megafono che riporta al centro il tema del carcere, soprattutto al femminile. Il gruppo di attiviste e attivisti promuove iniziative per migliorare le condizioni delle carceri e si impegna a diffondere storie per far conoscere a tutti cosa significhi la detenzione, affinché nessuno abbia mai più “paura di tutto” come Donatella, nessuno si senta abbandonato e il carcere possa davvero assolvere a quello che la Costituzione (art 27 comma 3) prevede: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Affinché quelle celle, sovraffollate e inadeguate alla vita, non diventino più bare.

Il gruppo è nato fisicamente a Verona, la città di Donatella, ma presto ha formato distaccamenti in tutta Italia, con sedi a Napoli, Roma, Milano e Bologna. Un modo per fare rete e parlare di carcere, di quello che non va e anche delle buone pratiche da promuovere. Mettere insieme le forze per dare supporto ai detenuti e alle loro famiglie che troppo spesso ancora soffrono per le condizioni estreme delle carceri.

Tra le attività promosse da Sbarre di Zucchero, a seguito dell’emergenza freddo per i risparmi energetici e della scarso approvvigionamento e organizzazione  nel soddisfacimento della domanda,  c’è la raccolta e consegna di abbigliamento e generi di prima necessità per l’igiene personale, a favore della popolazione detenuta di Milano, Busto Arsizio, Verona, Rovigo, Roma, Napoli, trovando l’appoggio e la collaborazione concreta del cardinale  Konrad Krajewski, Elemosiniere del Santo Padre e del cantautore Zucchero Fornaciari; I convegni in presenza ed online, portando le testimonianze de #leragazzedisbarre e la presentazione di  libri di chi, dopo il carcere, ha trovato la sua seconda opportunità; stretta collaborazioni con Il Riformista (con la rubrica Lettere sul carcere a Sbarre di Zucchero, a cura di Rossella Grasso), Voci di dentro, 41bus di Bruno Palamara  ed altre realtà associative. E’ infine in programma la costituzione in associazione che sarà composta da appassionati, perché non cerchiamo soci ma persone innamorate della giustizia e delle seconde possibilità.

 

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