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Campi scuola per bambini diabetici

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FIRENZE. Al campo scuola estivo per stare a contatto con la natura, fare sport e attività all’aria aperta. Ma anche per imparare, con l’aiuto di medici e psicologi, a gestire il diabete e superare i problemi connessi con la convivenza con una patologia cronica. Anche quest’anno la regione Toscana finanzia i campi scuola rivolti ai ragazzi affetti da diabete dell’età evolutiva. Una delibera proposta dall’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia destina 100 mila euro a questo progetto. I campi scuola saranno gestiti nel corso dell’estate dal Centro regionale per il diabete dell’età evolutiva dell’azienda ospedaliero-universitaria Meyer, dalla Asl 6 di Livorno e dalla 9 di Grosseto. Il Centro regionale di riferimento del Meyer ha già realizzato il campo scuola 2012 sulla neve. Ai campi sono presenti medici, infermieri, dietisti, psicologi, pediatri, preparatori atletici della facoltà di scienze motorie, personale dell’Associazione diabetici. I campi si svolgono in montagna, in agriturismo, in barca. Quest’anno si terrà anche la quinta edizione del campo scuola “itinerante con mezzi pubblici”, della durata di tre-quattro giorni, per 10 adolescenti di 14-18 anni, con l’obiettivo di favorirne il passaggio alla diabetologia dell’adulto.
L’ASSESSORE. «La regione è molto sensibile a questo problema e vuole fare in modo che bambini e ragazzi diabetici abbiano una vita il più normale possibile – dice l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – Di recente abbiamo approvato due delibere per consentire la piena partecipazione alla vita scolastica da parte dei bambini diabetici, e la somministrazione dei farmaci a scuola. Quanto ai campi scuola, la regione sostiene dal 2 mila questo progetto, in cui crede molto. La realizzazione di questi campi è un passaggio fondamentale del percorso educativo dei bambini e degli adolescenti con diabete, perché li abitua ad un’autonomia terapeutica, fornisce loro le competenze per gestire il diabete anche in assenza dei familiari, favorisce il confronto con i coetanei, impegna i ragazzi in attività ricreative e sportive, dimostrando la loro compatibilità con il diabete, sviluppa in loro autostima e responsabilizzazione».

di Luisa Corso

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