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“Cinque anni nell’ harem”. La vita nel carcere di Pozzuoli

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carcere-femminile-sbarre-prigioneNAPOLI- Cosa vuol dire, per una donna, essere “libera”? E cosa accade alle “diversamente libere” che si trovano, all’improvviso, rinchiuse in una casa circondariale? A queste, ed altre domande, tenta di dare una risposta il volume “Danze Orientali dall’interno del carcere. Cinque anni nell’Harem di Pozzuoli”. Curato da Annalisa Virgili e Ornella d’Anna, con prefazione dello scrittore Maurizio de Giovanni e postfazione di Piero Avallone, magistrato del Tribunale per i Minorenni di Napoli, il docu-libro (che uscirà in autunno) propone una riflessione sulla situazione penitenziaria attraverso le testimonianze delle detenute di oggi e di ieri e delle tante persone che, a vario titolo, hanno preso parte agli spettacoli di danza orientale promossi dalla stessa Virgili all’interno della struttura negli ultimi cinque anni. Vita in sezione, orari, grate alle finestre, servizi speciali e personale operativo: un varco nel mistero che avvolge le giornate della prigione. Dal testo emerge forte un grido, un appello, un’esortazione: superare le sbarre del pregiudizio per afferrare la verità sfuggente, le paure e le fragilità di chi mostra al Mondo solo la parte peggiore di se stesso. Pezzi di vite vere, vite al limite, si fondono con quelle degli spettatori che “assaporano” soltanto per qualche ora il retrogusto amaro della detenzione. Attraverso interviste, disegni e immagini il libro narra, insomma, la varia umanità delle donne rinchiuse e quella di chi le osserva ‘dal di fuori’. Non ci sono dita puntate né barricate: è un susseguirsi di emozioni e sentimenti propri a tutti gli esseri viventi in quanto tali. Il libro sarò presentato venerdì 29 alle 16 nella sala del teatro della Casa Circondariale Femminile, in via Pergolesi a Pozzuoli.

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