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Bus scolastico: «negato ai disabili»

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NAPOLI. Denunciato dall’associazione “Tutti a Scuola di Napoli” l’inefficienza del servizio di trasporto scolastico per gli alunni con disabilità nel capoluogo campano. «È inaccettabile – ha affermato il presidente della onlus, Antonio Nocchetti – che la terza città di Italia non possa garantire ai ragazzi disabili un servizio di trasporto, peraltro limitato a soli 100 alunni, che potremmo definire addirittura ‘privilegiati’ visto che sono circa 12.000 complessivamente gli studenti disabili a Napoli». Il servizio di assistenza è rivolto agli alunni con grave disabilità, che frequentano le scuole materne, elementari e medie inferiori delle 10 Municipalità rientranti nel Comune di Napoli. La gestione dell’azienda Napoli Sociale sembra non essere adeguata: i pulmini non partono perché non ci sono i soldi per pagare l’assicurazione. « Il servizio ha un costo esorbitante e di fatto non funziona: oggi è assente in molte scuole, – ha sottolineato il presidente Nocchetti – ci si trova dinanzi a situazioni penose: bambini sporchi di pipì che non vengono accuditi o non riescono a consumare una merendina. Bisognerebbe dismettere il servizio e pensare a soluzioni alternative».
Una prima soluzione sarebbe quella di prevedere un aumento degli stipendi per lo stesso personale scolastico, attraverso una modifica al contratto di lavoro nazionale. Un aumento di circa 200 euro al mese degli stipendi, secondo le stime della onlus, basterebbero a prevedere tra le mansioni dei collaboratori scolastici, quella di occuparsi dei bambini disabili, consentendo allo stesso tempo un risparmio di oltre 8 milioni di euro per i contribuenti, soldi che potrebbero essere destinati ad altro.
LA NOMINA. Nocchetti, che è stato nominato ufficialmente proprio dal sindaco De Magistris “esperto di disabilità”, ha posto all’Amministrazione Comunale una serie di interrogativi necessari per una conduzione ottimale del servizio di assistenza scolastica: «Quanti bambini hanno davvero diritto al trasporto e all’assistenza a Napoli? E secondo quali criteri? Quante scuole sono coperte e qual è il rapporto tra assistenti materiali e alunni?»

di Rosa Ambrosio

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