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Ramm: «Lampedusa, la Ellis Island italiana»

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ROMA.  Da simbolo degli sbarchi e di “detenzione” a luogo della memoria dei migranti. È questo il sogno dei promotori della Rete di Archivi delle Memorie Migranti (Ramm), un progetto presentato a Roma e promosso dall’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Biblioteca di Storia moderna e contemporanea in collaborazione con l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, l’Archivio delle memorie migranti Aps, e l’Archivio sonoro e Biblioteca “Franco Coggiola”, Circolo Gianni Bosio, Casa della memoria e della storia di Roma. L’idea di partenza è quella di una rete che possa raccogliere “testi, film, immagini, canti, storie di vita, video-narrazioni: memorie che testimonino il lungo percorso di incontro con l’altro nella società italiana”. Una rete aperta che avrà a disposizione il portale dell’Istituto centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi come luogo di deposito dei documenti, a cui tutti potranno accedere, per poter raccontare attraverso immagini e documenti le storie dei migranti giunti sulle nostre coste.

IL PROGETTO. Prima pietra di questo nuovo progetto è un filmato-testimonianza realizzato da Zakaria Mohamed Ali, con Dagmawi Yimere e Federico Triulzi. Un breve documentario che racconta dopo quattro anni, l’arrivo a Lampedusa di un giornalista rifugiato in Italia attraverso le sue parole. “A cosa serve la memoria?”, chiede il protagonista del filmato, “è l’unico ponte che si collega a qualsiasi umano per ricordare il suo passato. Non chiedo una cosa grande. Chiedo soltanto di ricordare il valore dell’umano”. Il filmato vuole essere anche un esempio del materiale che verrà raccolto e utilizzato anche a fini didattici  nelle scuole e nei luoghi di aggregazione. Tra gli obiettivi dei promotori del progetto, però, c’è soprattutto quello di “restituire dignità di fonte alle memorie  dell’alterità in Italia, istituzionalizzando e professionalizzando un processo finora portato avanti perlopiù da soggetti della società civile. Il supporto di istituzioni universitarie e archivistiche nazionali permetterà il raggiungimento dei necessari standard professionali per la conservazione, archiviazione e fruizione dei materiali raccolti dai vari partner”. La raccolta e l’archiviazione di documenti video e audio, però, è solo il primo passo verso progetti più ambiziosi.

di W.M.

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