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Cibo venduto: la fame incombe nel Nord della Nigeria

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NAIROBI. Anche con l’inizio delle piogge nel nord della Nigeria, che ha permesso agli agricoltori di iniziare a seminare i campi, non è sfuggito loro che i prossimi tre mesi saranno una stagione magra durante la quale dovranno tirare la cinghia, e durante la quale le famiglie dovranno essere prudenti nel tirare avanti, nonostante che in settembre le avversità lasceranno il posto al raccolto. Per le donne riunite in un piccolo centro sanitario di Daura, nello stato del nordovest di Katsina, la fame è arrivata presto, e si nota dai capelli fulvi e dalla pelle flaccida dei bambini. La figlia di due anni di Hajiya Ladidi, Kadija è gravemente malnutrita e ha iniziato un programma terapeutico per pazienti ambulatoriali (Otp) a Gurjiya, uno dei sei programmi gestiti da Save the Children nell’Area di amministrazione locale di Daura. L’attività del marito è andata male: è un intermediario che compra cipolle da agricoltori locali e le vende a commercianti che vanno al sud. Ha un’altra moglie, un totale di nove bambini da nutrire, e i cereali immagazzinati dal raccolto dello scorso anno sono terminati a maggio.
I NUMERI – Katsina, al confine col Niger colpito dalla siccità, ha un tasso globale di malnutrizione grave dell’8,1% fra bambini sotto i cinque anni, secondo un’indagine preliminare del Fondo per i Bambini dell’Onu (Unicef). Questa cifra è destinata quasi sicuramente a peggiorare con la stagione magra alle porte, e i prezzi di alimenti primari quali il miglio, il mais ed il sorgo destinati ad aumentare. La Nigeria è il principale stato produttore di cibo nella regione dello Sahelian, ma fra gli stati del nord ci sono ora 383 siti come quelli in Gurjiya, che forniscono la Gestione comunitaria di malnutrizione grave (Cmam): un’espansione significativa rispetto ai 30 iniziali del lancio del programma, nel 2009.
NUTRITI NEI CENTRI SANITARI – Le donne del centro sanitario di Gurjiya, che aspettano che i loro figli vengano misurati e controllati, hanno compreso l’esortazione dei promotori della comunità a nutrire le famiglie con alimenti nutrienti, ma il problema era trovare i soldi per farlo. La madre di Khadija ha bisogno di 2 dollari statunitensi al giorno per nutrire i propri familiari solo con alimenti di base. E questa è già una lotta, ha detto. «Nei villaggi trovi solo miglio, che contiene carboidrati – ha detto Ramatle Bello, responsabile presso l’Otp di Gurjiya, che ha 200 bambini registrati – potrebbero usare fagioli, uova o latte, ma non lo fanno perché preferiscono vendere questi prodotti per denaro».

IL PARADOSSO DELLA FAME – Nonostante l’influenza delle condizioni climatiche, è la convenienza piuttosto che la produzione che determina l’insicurezza alimentare in Katsina. «C’è un paradosso nella fame in mezzo all’abbondanza – ha affermato Abimbola Williams, consulente per la sopravvivenza dei bambini e dei nuovi nati presso Save the Children – ci può essere produzione in eccesso all’interno dello Stato, e allo stesso tempo bambini affamati solo a pochi chilometri di distanza”. «Nel nord, la gente dipende dall’agricoltura per reddito e nutrimento – ha detto Hussaini Abdu, direttore di Action Aid in Nigeria – e una diminuzione delle piogge significa una diminuzione della produzione». La terra coltivata, con accesso limitato a credito, fertilizzante e sementi migliorate, è raramente stata sufficientemente produttiva per far superare un intero anno ad una famiglia.

di Rebecca Montini

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