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Università: gli studenti stranieri scelgono la Sicilia

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PALERMO. Quattro ragazzi provenienti da Cina, Togo, Montenegro e Camerun saranno i futuri protagonisti dell’Università degli Studi di Palermo: l’ateneo infatti si appresta a celebrare un traguardo importante il prossimo 23 luglio, quando i quattro giovani di origini straniere conseguiranno il titolo di laurea dopo un periodo di studi interamente svolto presso la stessa università. L’evento, come spiega il rettore Roberto Lagalla durante la presentazione delle nuove iniziative sul fronte dell’internazionalizzazione, si inserisce nel più ambizioso progetto che prevede come obiettivo quello di portare l’ateneo al pari degli altri italiani per numero di studenti stranieri: «Ci impegneremo affinché la città possa diventare un’autentica capitale della cultura. Ci avviciniamo così all’obiettivo che ci eravamo dati, ossia quello di raggiungere la media nazionale sulla presenza di studenti stranieri, che è intorno al 2%».
Nel 2008 gli studenti stranieri a Palermo rappresentavano solo lo 0,8% del numero complessivo; oggi la percentuale ammonta a più dell’1,7% per un numero complessivo di 800 studenti,principalmente di origine tunisina, egiziana malgascia ma anche del sud est asiatico e sudamericana. Ma questo numero è destinato ad aumentare grazie agli interventi di potenziamento promossi e annunciati dallo stesso rettore Lagalla.
LE INNOVAZIONI DELL’UNIVERSITà. L’offerta formativa rappresenterà il primo cambiamento per Palermo, con l’inserimento di insegnamenti in lingua inglese nelle facoltà scientifiche; inoltre uno sportello interamente dedicato alle esigenze di chi proviene dall’estero si occuperà dello snellimento delle faccende burocratiche degli studenti mentre i corsi di lingua saranno svolti con maggiore frequenza per garantire una piena padronanza della lingua. Proprio Palermo,  dunque, che da millenni ha rappresentato il crocevia di popoli e culture si prepara a tornare ad essere lo snodo fondamentale per l’incontro dei saperi moderni nel bacino del Mediterraneo.
 

 di Claudia Di Perna

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