Il volto di Mario Paciolla, il cooperante morto 9 mesi fa in Colombia in circostanze ancora da chiarire, campeggia da oggi su una parte di uno dei luoghi frequentati a Napoli dal giovane: i giardinetti di via dell’Erba di Montedonzelli nel quartiere Arenella dove Mario giocava a basket e mostrava ai suoi interlocutori tutta propria passione politica che l’ha portato in giro per il mondo ad aiutare i più vulnerabili. Il murales, realizzato dall’artista Luca Carnevale (in collaborazione con un altro artista Samuel), sarà da qui in avanti una testimonianza visiva dell’attivismo di Mario ritrovato il 15 luglio 2020 impiccato nella sua casa di San Vincente del Caguan, località nella quale il 33enne era impegnato in un progetto di collaborazione con l’Onu. Su quanto successo in Colombia aleggia ancora un folto mistero e la tesi iniziale del suicidio di Paciolla non ha mai convinto i familiari e chi conosceva il cooperante. A indagare è la Procura di Roma che ipotizza invece che Mario Paciolla possa essere stato ucciso. “Diritti Umani’’ frase che sintetizza al meglio l’ideale del cooperante, è la scritta che campeggia ai lati della faccia di Mario disegnata su uno sfondo azzurro in cui si scorge il mare e dei gabbiani in volo. A presenziare questa mattina all’inaugurazione dell’opera, voluta dal Comune di Napoli attraverso il Tavolo interassessorile per la creatività urbana e dagli amici fondatori del comitato Giustizia per Mario Paciolla, la famiglia del cooperante, il sindaco Luigi de Magistris con l’assessore al Decoro Urbano Luigi Felaco, il presidente della V Municipalità Vomero-Arenella Paolo De Luca, l’associazione Articolo 21, gli stessi animatori del comitato in ricordo di Mario e lo street artist Luca Carnevale che oltre al murales ha riportato una poesia scritta da Mario che si conclude così: “Non avrò le ali di un gabbiano forse, ma volerò lo stesso’’.

Le parole della mamma di Mario– «Il murales sorge in un luogo molto importante per Mario, che lui ha frequentato e dove ha conosciuto tante persone che l’hanno amato e che rappresenta anche l’incontro delle culture, visto che Napoli è votata all’accoglienza». Sono le parole di Anna Motta mamma di Paciolla. «Il nostro obiettivo – l’aggiunta – è ricevere il sostegno di tutti coloro vogliano dare un aiuto a ricordare la figura di mio figlio. Al momento non abbiamo ancora una notizia valida dalla Procura, che comunque si sta impegnando tanto e verso la quale poniamo la nostra fiducia per sapere la verità e portare questa vicenda alla ribalta delle cronache nazionali. Dai giornali abbiamo anche saputo che i Ros, nonostante le restrizioni per la pandemia, si sono recati in Colombia e questo fa pensare che abbiano preso a cuore la vicenda di Mario». Quanto successo al giovane, secondo la signora Anna, va ricercato «su cosa sia accaduto negli ultimi 5 giorni di vita di Mario. La nostra attenzione va riservata a questo lasso temporale perché quando l’avevamo sentito il weekend precedente la morte, ci era parso tranquillo». Mario Paciolla da lì a un mese sarebbe dovuto tornare a Napoli per restarci almeno per qualche tempo visto il contratto in scadenza con l’Onu il 20 agosto 2020, un mese dopo la sua morte.

Gli amici del Comitato -«Attraverso murales deve rappresentare un luogo in cui si ricorda cosa è stato Mario e aiuta la nostra campagna di sensibilizzazione» afferma Simone Campora tra i referenti del Comitato Giustizia per Mario Paciolla confermando come «nessuno di noi avesse sentore di quello che sarebbe accaduto. Noi supportiamo la sensibilizzazione del caso di Mario in attesa dell’esito delle indagini».

Le parole dello street artist -«Dopo alcune conversazioni con i genitori, interessandomi della vicenda e leggendo la poesia poi riportata avevo pensato proprio al tipo di murales che poi ho realizzato con i gabbiani, il mare e l’immagine di Corto Maltese di cui Mario era un assiduo lettore e proprio come lui viaggiava in tutto il mondo non per turismo ma per il proprio ideale. Concepire il murales è stato semplice» spiega l’artista Luca Carnevale, 47 anni ed ex avvocato.

di Antonio Sabbatino