NAPOLI- Uno luogo protetto tra le mura della Casa Circondariale di Secondigliano, dove i bambini, guidati da un educatore, si preparano all’incontro con i papà detenuti realizzando oggetti e disegni. Un ambiente ludico-espressivo per attenuare l’impatto potenzialmente traumatico del carcere sui bimbi in tenera età, sostenendo allo stesso tempo le loro famiglie e le mamme, attraverso uno sportello di ascolto in cui operano un’assistente sociale e un avvocato. Si chiama “Uno spazio per noi” ed è uno degli interventi del progetto S.P.E.R.A. (Spazi Educativi e Ricreativi Aperti), selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini – interamente partecipata dalla Fondazione con il Sud – nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Nato in risposta al Bando Prima Infanzia, per la fascia da 0 a 6 anni, S.P.E.R.A. racchiude una serie di attività che intendono dare ascolto al bisogno di aiuto delle famiglie residenti nei quartieri napoletani di Ponticelli, Forcella e Scampia e nel comune di Mercato San Severino (Salerno), in particolare nella zona di Piazza del Galdo: territori vulnerabili, dove spesso le mamme e i papà non riescono a garantire cure adeguate allo sviluppo psico-affettivo dei loro piccoli, sia per la carenza di strumenti genitoriali che per la difficoltà di accedere ai servizi. Il progetto, partito il 30 marzo scorso, di durata triennale, è il frutto di un approccio condiviso che ha messo insieme realtà diverse, dalle parrocchie alle associazioni, fino alle scuole, coinvolgendo numerosi soggetti in partenariato: l’Istituto delle Suore delle Poverelle, detto Istituto Palazzolo (soggetto responsabile), le associazioni Anima, Chirom e Chino Onlus, Maestri di Strada Onlus e Terra Prena, la Casa Circondariale di Secondigliano, gli istituti comprensivi Pertini – 87° D. Guanella, Adelaide Ristori e Aldo Moro, la cooperativa sociale Obiettivo Uomo Onlus, le parrocchie Maria SS. del Buon Rimedio e San Rocco.
Per rafforzare il rapporto tra mamma e bimbo – Le azioni sono indirizzate ai bambini ma anche agli adulti di riferimento, ai quali viene offerta la possibilità di trascorrere del tempo di qualità con i figli e di seguire percorsi di riflessione e formazione che li rendano più consapevoli del proprio ruolo. “Officina del Gusto”, per esempio, è un laboratorio che favorisce la diffusione della cultura del cibo sano tra i piccoli partecipanti e i genitori, fornendo a questi ultimi – grazie alla presenza di un cuoco esperto e di un educatore – consigli pratici per cucinare pasti salutari e gustosi per tutta la famiglia. Poi c’è lo “Spazio libero gioco”, pensato per rafforzare la relazione tra le mamme e i figlioletti tra i 18 e i 36 mesi, mediante attività ludiche, educative e laboratoriali. E ancora, il percorso di supporto domiciliare “Home visiting”, rivolto alle giovani madri durante il periodo della gravidanza, del parto e nella fase delicata del post partum, seguite da un’ostetrica e da un educatore per vivere la maternità in modo consapevole, nel rispetto dei propri diritti ed esigenze. 

di Paola Ciaramella