NAPOLI – Si è conclusa, al Trianon di Napoli, la nona edizione della rassegna teatrale Il carcere possibile. L’ iniziativa, che prende il nome dalla onlus che la porta avanti e che nasce da un progetto avviato nel 2003 dalla Camera Penale di Napoli, ha consentito di portare in scena sette spettacoli teatrali, frutto di un intenso impegno che ha coinvolto gli addetti ai lavori del mondo del teatro e i detenuti di diversi istituti di pena campani: l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli, l’ Istituto minorile di Airola e di Nisida, l’Istituto penale di Carinola, l’Istituto a Custodia Attenuata di Eboli e la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere e di Vallo della Lucania.
Insieme ai detenuti, si sono esibiti sul palcoscenico magistrati, operatori penitenziari, personale di polizia penitenziaria e volontari, creando un’atmosfera di grande sinergia e complicità.
Il progetto teatrale, finanziato dal Provveditorato regionale, organizzato sotto la supervisione delle Direzioni dei vari istituti e con l’autorizzazione e la partecipazione dei Magistrati di Sorveglianza, ha sicuramente l’obiettivo di denunciare, evidenziare le condizioni di vita all’interno degli Istituti Penitenziari ma, soprattutto, quello di attivarsi concretamente per aiutare a migliorare la vita degli ospiti di queste strutture, perchè possa davvero realizzarsi la finalità di rieducazione e di reinserimento dei detenuti che gli è propria.
Dunque, anche quest’anno, nonostante le ridotte risorse economiche, nei piani pedagogici degli Istituti Penitenziari sono rientrati i laboratori teatrali: un momento di socializzazione, di confronto, di impegno per gli ospiti. A ricordar loro che fuori c’ è un mondo di cui sono parte e di cui è bello essere parte, in modo positivo e propositivo.

di Federica Pugliese La Corte

 

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