vergnanaBOLOGNA – Sabato 27 luglio a San Venanzio di Galliera, Bologna, è stato centrato un sei al Superenalotto.
Si tratta della super terza vincita del 2013 dal valore del jackpot, pari a 13.912.039 euro. I vincitori, moglie e marito, si sono presentati per l’incasso della somma negli uffici della Sisal a Milano scegliendo di rimanere anonimi, ma hanno raccontato a Sisal la loro storia e i loro progetti. La coppia giocava la schedina del Superenalotto da tre anni, una volta la settimana, sempre del valore di 2,50 euro. Alla donna recentemente è stato annunciato il licenziamento a causa del prolungarsi di una lunga malattia. I vincitori, tra le altre cose, hanno deciso di finanziare a titolo privato la costruzione di una nuova scuola proprio a San Venanzio di Galliera, uno dei paesi in provincia di Bologna colpiti dal sisma dello scorso anno. Il Sindaco di Galliera Anna Vergnana, che ha appreso la notizia dai giornali, dichiara che al momento nessuno della sua amministrazione è stato contattato dai fortunati vincitori.

Sindaco ancora una volta l’Emilia dà buon esempio di eccezionale solidarietà e la cosa non accade, come spesso ci aspettiamo, da privati facoltosi, ma da una realtà semplice come questa famiglia, c’è la possibilità di intravedere in questo gesto un cambio di mentalità. Galliera può diventare l’esempio giusto per un cambiamento di cultura, per un’apertura al sociale anche dei piccoli singoli e del più ricco privato lì dove lo Stato non arriva. E’ questa questa la strada del welfare del futuro?

«Non posso nascondere che il proposito annunciato dai vincitori ci ha molto lusingato e per diversi motivi. Da un lato, un’inaspettata opportunità in tempi bui come questi, finalizzata a incrementare la disponibilità di servizi alla cittadinanza non può che essere molto gradita, dall’altra, in effetti, la dimostrazione di sentimenti belli, di attenzione e solidarietà da parte di questa famiglia, ci ha aperto il cuore alla speranza che ancora qualcosa si possa fare, che non è vero che la gran parte delle persone, piegate ma forse non spezzate dalla pesante crisi, non solo economica, che ci attanaglia, si sia chiusa nel proprio guscio di egoismo. Certo questa percezione l’avevamo già avuta a seguito dell’infausto terremoto che ha colpito il nostro territorio nel maggio dello scorso anno. In quell’occasione, infatti, tante e importanti sono state le dimostrazioni di forza, coraggio, condivisione e spirito di solidarietà da parte della popolazione tutta che, affiancando e supportando gli enti preposti a gestire l’emergenza, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Associazioni di Volontariato, hanno dato il suo contributo a far si che fossero garantiti senza soluzione di continuità i servizi pubblici. A seguito dei tragici eventi sismici ci siamo subito messi al lavoro, le scuole danneggiate sono state messe in sicurezza, in alternativa alla scuola media, inagibile, è stata costruita, in tempi record, grazie anche al coordinamento regionale guidato dal commissario Errani, una struttura scolastica temporanea che ha consentito anche in questo caso, a settembre 2012, la regolare riapertura dell’anno scolastico. Speriamo che i nostri fortunati concittadini davvero vorranno aiutarci ad ampliare l’offerta di strutture e servizi alla popolazione, le cose da fare sarebbero davvero tante!”

Troppo spesso leggiamo di persone che s’indebitano tragicamente per il gioco, non ultimamente diversi episodi di cronaca ci hanno mostrato situazioni di grande disagio. In Emilia, notizia di qualche settimana fa, è l’apertura della prima struttura di cura dal fenomeno del gioco d’azzardo. Molte associazioni e politici hanno puntato il dito contro questo fenomeno, legalmente permesso dallo Stato. In questo caso i coniugi pare abbiano giocato appena due euro e mezzo e che abbiano dichiarato di voler devolvere una parte della vincita alla ricostruzione di un bene pubblico, come la scuola, si può parlare quindi, di una nuova e sana cultura del gioco, che potrebbe anch’essa essere esportata insieme all’efficacia della solidarietà di Galliera?

“La giocata da due euro e mezzo a settimana, mi fa ricordare la settimanale giocata della schedina della nostra infanzia, che rendeva così interessanti e cariche di attese le domeniche pomeriggio con gli aggiornamenti della trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto”. Quest’esempio per dire che, se il gioco si pone in questi termini, allora resta gioco. Diversamente, e oggi purtroppo accade così frequentemente, il gioco diventa vizio che giacché tale crea dipendenza con la spirale nefasta che ne consegue. Non vedo del resto alcun collegamento fra gioco d’azzardo, sia pure nella sua dimensione per così dire “ innocua” e solidarietà. Valuto invece un segnale molto positivo il fatto che qualcuno, a differenza dei tanti, grazie alla fortuna, ma anche grazie al proprio impegno o altro, disponibilità maggiori delle proprie necessità, decida di destinarne una parte più o meno consistente per costruire un bene pubblico o comunque incrementare il servizio pubblico. Tengo comunque a sottolineare che interventi di questo tipo non possono che essere intesi in termini di sussidiarietà e mai di sostituzione al pubblico, diversamente ritengo si sovvertirebbero i cardini del moderno stato sociale”.

di Paola Amore

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