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Mali, torture e uccisioni, in carcere anche bimbi soldato

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MALI – In un nuovo documento pubblicato ieri, Amnesty International ha denunciato che in Mali decine di persone, civili inclusi, sono state torturate e uccise o risultano scomparse da quando, cinque mesi fa, è iniziato l’intervento armato francese. Un quadro sconfortante, in vista del dispiegamento, il mese prossimo, della forza di peacekeeping delle Nazioni Unite.
Amnesty International ha svolto una missione in Mali tra maggio e giugno, documentando decine di casi di detenuti, arrestati per il sospetto di avere legami coi gruppi armati, sottoposti a maltrattamenti e torture. L’organizzazione per i diritti umani ha anche registrato più di 20 casi di uccisioni extragiudiziali e sparizioni forzate.
I delegati di Amnesty International hanno potuto incontrare oltre 80 dei 200 uomini trattenuti nella prigione centrale della capitale Bamako, in buona parte accusati di terrorismo e di altri reati.
Molti di loro hanno denunciato di essere stati sottoposti a maltrattamenti e torture e alcuni hanno riferito di non aver ricevuto cure mediche. Diversi di loro avevano ancora i segni di bruciature e tagli sulla schiena, sul petto e sulle orecchie.
Ad aprile sono morti cinque prigionieri, la maggior parte di loro a causa delle terribili condizioni di detenzione e dell’assenza di cure mediche.
Akassane Ag Hanina è stato arrestato a Timbuktu e trasferito alla prigione centrale di Bamako il 4 aprile. Sette giorni dopo, è morto.
Prima di morire aveva dichiarato ad altri detenuti di essere stato picchiato dai soldati a Timbuktu. Un compagno di prigionia ha riferito ad Amnesty International: “Aveva detto alle guardie che stava male ma non gli hanno dato le medicine. La notte prima di morire, abbiamo chiesto aiuto ma non si è fatto vivo nessuno fino alla mattina dopo, quando era già morto.”
Quando Amnesty International ha visitato la prigione, vi ha trovato diversi bambini soldato, alcuni anche di 13 anni, detenuti insieme agli adulti.
Le autorità del Mali hanno ammesso che sono state commesse alcune violazioni dei diritti umani e che su alcuni casi sono state avviate indagini, ma nessuno finora è stato portato di fronte alla giustizia.
Amnesty International si è detta preoccupata per il fatto che i militari francesi, così come le truppe dell’Afisma (composte da militari di alcuni paesi dell’Africa Occidentale, abbiamo consegnato prigionieri alle autorità maliane, pur sapendo o avendo dovuto sapere che questi avrebbero corso il rischio di essere maltrattati o torturati.
Nel corso della missione, i delegati di Amnesty International hanno raccolto testimonianze di sequestri e uccisioni arbitrarie commessi dal Movimento per l’unità e la jihad in Africa Occidentale (Mujao) nei confronti di civili sospettati di sostenere le forze armate maliane e francesi.
I gruppi armati di opposizione, tra cui il Mujao e il Movimento tuareg di liberazione nazionale dell’Azawad sono anche accusati di violenza sessuale contro ragazze e donne e di aver usato bambini per portare armi, cucinare e controllare i posti di blocco. Alcuni bambini sono stati anche inviati sulla linea del fronte.
In vista del dispiegamento della Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite in Mali, afferma Amnesty International, è essenziale assicurare che i soldati del Mali e tutte le altre forze armate rispettino e proteggano i diritti umani in modo che le persone che vivono nel nord del paese possano sentirsi veramente al sicuro.

di Riccardo Noury (corriere.it)

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