disperazioneROMA – «L’uso di sostanze stupefacenti e il gioco d’azzardo patologico sono strettamente correlati: chi sviluppa dipendenza dalle droghe può svilupparla anche dal gioco perché la base neuro-fisiologica è la stessa». È quanto ha dichiarato Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento politiche antidroga, nel corso della conferenza stampa di presentazione della Relazione europea sulla droga dell’Osservatorio europeo sulle droghe e tossicodipendenze. Per la prima volta, ha spiegato Serpelloni, sono stati incrociati i dati sull’uso di sostanze stupefacenti in Italia, relativi al 2012-2013, con quelli relativi alla frequenza di gioco. «Per chi non ha mai giocato è stato rilevato un uso di sostanze nel 3 per cento dei casi, per chi gioca tutti i giorni, dunque un giocatore problematico, c’è un uso di sostanze nel 12 per cento dei casi. Nei giovani – ha aggiunto Serpelloni – abbiamo visto, poi, che la percentuale è ancora più evidente. Tra chi non gioca l’uso di sostanze è al 17,5 per cento, mentre per il cosiddetto gioco sociale, dunque non pericoloso, si passa al 24,4 per cento. Nel gioco problematico la percentuale arriva al 34,1 mentre per il gioco patologico si sale, addirittura, al 41,7 per cento».  Per il gioco d’azzardo, infine, la relazione con l’alcol è la stessa che con la droga. «Il giocatore problematico o patologico – ha aggiunto il capo del Dpa – ne fa un uso maggiore».

di Davide Domella

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