Bray_CSVnetROMA – Fare rete per resistere alla crisi e al calo delle donazioni senza chiudere i servizi ma razionalizzando le risorse a disposizione. È stato questo il filo conduttore del convegno annuale di due giorni a Lecce di Csvnet, Coordinamento dei centri di servizio per il volontariato che si chiuso ieri. “La Conferenza conferma l’enorme potenziale nelle nostre mani – sottolinea Stefano Tabò, presidente di Csvnet -. I centri di servizio del volontariato sono efficaci strumenti in grado di intercettare e valorizzare le risorse della solidarietà. Accentuare la loro sinergia significa agire con effetto moltiplicatore a beneficio del volontariato e dell’intero nostro Paese, alla ricerca di uno sviluppo basato su fondamenta valoriali e strutturali più solide”. Anche il direttore di Csvnet, Roberto Museo, si è incentrato sul ruolo propulsivo dei Csv per lo sviluppo del volontariato, focalizzando l’attenzione sulla necessità di passare da una logica di mera collaborazione alla piena cooperazione fra i centri di servizio. Una prospettiva essenziale per poter esprimere in modo pieno le potenzialità di quei giacimenti di idee ed esperienze che i Csv hanno prodotto in questi anni.
GIOVANI. Tante anche le richieste alle istituzioni per mantenere viva la società civile attiva. Un forte appello per la tutela del servizio civile, è stato lanciato da Silvia Conforti, rappresentante nazionale dei volontari di servizio civile nazionale: “I progetti di servizio civile sono uno strumento per la crescita e lo sviluppo delle piccole associazioni ma soprattutto rappresentano un’opportunità di formazione e crescita per i 60 mila giovani che chiedono di fare questa esperienza”.
Il VOLONTARIATO. Alla conferenza è intervenuto anche il ministro dei Beni culturali Massimo Bray che ha chiesto ai volontari di aiutare le istituzioni a riconquistare la fiducia dei cittadini. Nell’ottica dello stimolo si è caratterizzato anche l’intervento di Edoardo Patriarca, deputato del Pd, presidente del Centro nazionale del volontariato (Cnv) e di Iid, Istituto italiano della donazione, che ha ribadito le questioni centrali su cui la politica deve impegnarsi: la stabilizzazione del 5 per mille, la revisione dell’Imu per gli enti non commerciali, il mantenimento del regime Iva al 4 per cento per le cooperative sociali, e la valorizzazione del servizio civile.

di Alessandro Barba

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