2FOGGIA- Un calcio al pallone per sostenere le iniziative della sezione foggiana dell’AIL, l’Associazione Italiana contro le Leucemie. Una giornata all’insegna dello sport, della beneficenza e della solidarietà quella che si è svolta ieri a Foggia, dove i protagonisti dell’attività benefica sono state le vecchie glorie del Foggia Calcio. Oltre trenta. Calciatori del passato che hanno indossato i colori del Foggia dal 1960 al 2000. Maurizio Codispoti, Pasquale Padalino, Giovanni Pirazzini, Antonio Tormen, Domenico Botticella, Roberto Carannante e tanti altri. Cinque decadi di storie rossonere che hanno dato vita ad un torneo di calcio a cinque per raccogliere fondi da destinare all’AIL nell’ambito dell’iniziativa “Il passato che dona il futuro”, promossa dalle Emmerreventi comunicazione.

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DAL GAZEBO AL CAMPO- Prima di scendere sul campo del Palazzetto “Russo”, però, le vecchie glorie foggiane la mattina hanno sostato davanti al gazebo allestito in piazza Cavour dai volontari dell’AIL. Foto, ricordi, abbracci. L’affetto dei tifosi di ieri e di oggi. Il tutto, finalizzato a sensibilizzare la comunità sull’importanza di sostenere la ricerca contro leucemia, linfomi e mieloma e per favorire l’acquisto delle uova di cioccolata dell’associazione. Il pomeriggio, invece, il gruppo dei calciatori si è spostato allo stadio “Pino Zaccheria” per assistere alla partita di calcio fra Acd Foggia Calcio – Puteolana Internapoli, valevole per il campionato di Serie D del girone H. E le vecchie glorie hanno portato fortuna ai giovani rossoneri guidati da mister Pasquale Padalino, perché si sono imposti sui campani per due reti a zero.
IL TORNEO DI CALCETTO- Al triplice fischio finale, infine, gli ex-satanelli si sono spostati nel Palazzetto “Russo” per far rivivere emozioni e ricordi all’insegna della solidarietà. Per assistere al torneo di calcetto, infatti, bisognava acquistare il biglietto di ingresso dal costo di 10 euro. L’incasso è stato destinato all’AIL di Foggia. Ed anche se ormai non più giovanissimi, molti ex-calciatori non hanno perso lucidità, controllo della palla e visione di gioco. La corsa e gli scatti, soprattutto per chi ha militato negli anni ’60 e ’70, non sono più gli stessi, ma il pubblico ha apprezzato l’impegno e la disponibilità a sostenere una causa così importante come quella della solidarietà.
di Emiliano Moccia

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