TUMORI DONNAROMA – Presso la sala convegni della Cittadella della Salute a Viterbo, è stato presentato il “progetto Leila” per la prevenzione e la diagnosi dei tumori femminili nelle donne immigrate presenti nei comuni dei Distretti sanitari 2 e 3 dell’ Asl di Viterbo.
L’ INIZIATIVA. Tra gli obiettivi che Leila si propone di raggiungere, a partire dal mese di marzo 2013 fino a febbraio 2014, ci sono l’erogazione alle donne immigrate di un servizio di informazione e formazione per una prevenzione dei tumori femminili e la creazione di uno studio per la richiesta di assistenza sanitaria. Il tutto è stato reso possibile mediante una collaborazione sinergica tra un network di associazioni di volontariato il cui capofila è Aman (Associazione per il miglioramento dell’assistenza ai malati neoplastici) e che vede la partecipazione anche di Auser di Viterbo, l’associazione umanitaria Semi di pace di Tarquinia e l’associazione Sans Frontiere. La rete, inoltre, prevede numerosi partner che affiancheranno l’attività dei volontari, dall’unità operativa Coordinamento screening ai Distretti sanitari 2 e 3 della asl di Viterbo, dal Centro d’ascolto diocesano della Caritas di Viterbo all’istituto comprensivo Isola d’oro di Orte, fino allo sportello Migranti della Cgil e alle Acli del capoluogo.
DATI ALLARMANTI. «Il tumore del collo dell’utero nei Paesi in via di sviluppo – spiega Silvia Brezzi del coordinamento Screening dell’ Asl – è ancora la seconda causa di morte per cancro. Nel mondo occidentale il numero dei casi e quello dei decessi continua a diminuire grazie all’ introduzione del pap-test, uno strumento di diagnosi precoce molto efficace, ma la presenza, sempre più rilevante sul territorio nazionale, di donne immigrate rischia di compromettere questa tendenza virtuosa perché, non essendo registrate all’anagrafe, queste donne sfuggono ai programmi di screening programmati. Nel corso del 2011- continua la Brezzi-  il centro d’ascolto diocesano della Caritas di viterbo ha fornito assistenza a 1027 persone di cui 719 erano stranieri. Di questi 423 erano donne. «Nel progetto – sottolinea, invece, la presidente di Auser di viterbo, Giovanna Cavarocchi – fattore fondamentale sarà la formazione dei volontari dei centri d’ascolto per stranieri delle diverse organizzazioni, i quali avranno il compito di informare, sensibilizzare e raccogliere adesioni delle donne straniere per partecipare agli incontri a loro dedicati. In questi momenti di confronto, che si terranno nei diversi comuni, oltre ad illustrare l’importanza della prevenzione dei tumori femminili, verranno direttamente concordati gli appuntamenti per l’esame di pap-test presso i consultori».

di Sabrina Rufolo

 

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