di Nico Falco
NAPOLI – Fondo Zeola, Campo rom di via del Riposo, via Cupa Principe. Tre aree di Napoli accomunate dallo stesso destino: abbandonate dalle istituzioni, destinate a divenire discarica abusiva e teatro di quotidiani roghi tossici. La denuncia parte da Mario Maggio, presidente della Commissione Ambiente della IV Municipalità (San Lorenzo, Vicaria, Poggioreale, Zona Industriale). Terra di confine, un’area “cerniera” tra diversi quartieri, spesso sotto i riflettori soltanto quando si tratta di raccogliere consensi elettorali. “I residenti di queste zone, – spiega Maggio, – ogni estate sono costretti a respirare i fumi tossici dei roghi. Il 2 agosto scorso è bruciata per ore l’area ex NATO al rione Luzzati; il 10 agosto il fuoco è divampato nell’area dell’ex garage giudiziario Pace, a ridosso di via Cupa Principe. Il 16 agosto le forze dell’ordine ed i Vigili del Fuoco sono intervenuti in forze presso il campo rom di via del Riposo, dove i fumi sprigionati da decine di frigoriferi bruciati hanno reso necessario lo sgombero dello stesso campo. Il 19 agosto, infine, il Fondo Zeola, ovvero la collina adiacente il rione Sant’Alfonso, è stato devastato da un ennesimo incendio, con materiali che hanno continuato a bruciare anche oltre ventiquattro ore dopo”. Si tratta, spiega Maggio, di zone di pertinenza del Comune di Napoli, ma dove gli interventi, malgrado le proteste dei residenti, sono solo un miraggio. Ci sono stati sopralluoghi, è vero, ma nulla è stato fatto per risolvere la questione, sebbene le aree siano interesatte, da anni, da progetti di recupero e riqualificazione. La mancanza di controlli ha fatto sì che, negli anni, le aree siano diventate discariche abusive, con chiunque che si sente in diritto di sversare materiali edili, pneumatici, carcasse di automobili e rifiuti di ogni genere.

SALUTE A RISCHIO – “Le persone che vivono a ridosso di queste aree sono esasperate, – conclude Maggio, – anche perché, negli ultimi anni, si è registrata una recrudescenza di forme tumorali nella popolazione, che purtroppo ha colpito anche diversi bambini in tenera età. Si tratta di spazi destinati al verde pubblico, da restituire alla cittadinanza. Non bisogna nascondersi dietro un dito. Non basta liquidare la questione parlando di interessi della malavita organizzata. Qui la camorra non c’entra. E’ ora che le amministrazioni si prendano le proprie responsabilità”.

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