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Oli usati, in Cina il “modello italiano”

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MILANO. Il Consorzio obbligatorio degli oli usati (Coou) offre alla Cina la «soluzione italiana» al problema dei lubrificanti, esportando l’eccellenza del nostro modello nel recupero e nel riutilizzo di questo rifiuto pericoloso. Il Consorzio ha partecipato al Convegno sulla rigenerazione degli oli usati ad Anqing e ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la China National Resources Recycling Association che prevede il trasferimento del know-how italiano per gli assetti normativi e regolamentari, le esperienze di organizzazione di raccolta e le tecnologie di rigenerazione.
PROTOCOLLO D’INTESA – Il Coou e la sua filiera, costituita da aziende di raccolta e di rigenerazione, hanno sviluppato una best practice che rende esportabile il modello italiano in tutte quelle economie avanzate nelle quali il «problema olio lubrificante usato» è particolarmente significativo. La missione del Consorzio in Cina s’inserisce negli accordi italo-cinesi sulla tutela ambientale ed è sostenuta dall’approvazione del ministero dell’Ambiente, in coerenza con gli orientamenti del governo di Pechino che attribuiscono una forte priorità a tutti gli aspetti ambientali, con particolare attenzione al recupero/riciclo delle materie prime e, in generale, all’abbattimento dell’intensità energetica.

da Corriere Ambiente del 30 maggio 2012
(http://www.corriere.it/ambiente)

PER SAPERNE DI PIU’:
Il Consorzio obbligatorio degli oli usati

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