afronapoliNAPOLI – Lo sport è stato più volte veicolo di integrazione. Anche in Italia. A Napoli la storia dell’Afro-Napoli United, la squadra interraziale nata nel 2009 da un gruppo di amici napoletani e senegalesi che sgambettavano assieme per partitelle infrasettimanali, è stata finanche oggetto di un documentario. Il lavoro realizzato dal regista palermitano Pierfrancesco Li Donni è un racconto preciso e pulito sul tema delle migrazioni in Italia.


Loro di Napoli (Afro-Napoli United) – Trailer from Antonio Canestri on Vimeo.

«L’obiettivo che volevo raggiungere con “Loro di Napoli” – racconta il regista – era quello di compiere un passo in avanti, rispetto a quanto già raccontato da altri colleghi sul tema delle migrazioni in Italia». L’approdo dei barconi sulle coste italiane. Nella stragrande maggioranza dei casi è questa la notizia che si rincorre sul tema delle migrazioni. «Desideravo – ha proseguito Pierfrancesco Li Donni – raccontare un Paese diverso, un Paese in cui l’integrazione non fosse una notizia ma la quotidianità. Farlo attraverso l’Afro-Napoli e attraverso Napoli, una vera metropoli multietnica, mi ha certamente permesso di affrontare questo tema con uno sguardo anche di leggerezza». Motivo che ha permesso al film di aggiudicarsi il premio come miglior film italiano al Festival dei Popoli, «un premio che inorgoglisce me e l’intero staff del film, non solo perché il Festival dei Popoli è il più antico festival di documentario italiano ma anche perché la vittoria di questo premio ci ha permesso di avere grande eco e visibilità, oltre a garantirci una distribuzione home video con CG entertaiment».

Il film ad ora non ha una distribuzione nelle sale, ma, con la prima proiezione che si avvicina, potrebbe avere il giusto trampolino di lancio. «Ci auguriamo – ha asserito Pierfrancesco Li Donni – di portare quanto prima il film in più città possibili. La prima a Napoli dovrebbe essere a febbraio, speriamo tanto che con il passaparola riusciremo a rimanere in sala per qualche giorni».

di Ciro Oliviero
@ciro_oliviero

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