pausillipon_veduta_diurnaNAPOLI – La sala d’attesa è piena di bambini che giocano, riuniti silenziosamente attorno ad un tavolo rotondo. Ha pareti dipinte con colori pastello. Affissi ai muri, i disegni spensierati dei piccoli pazienti.  Da lontano, gli sguardi attenti dei genitori. Parlano di medicine, di cicli, si scambiano opinioni ed incoraggiamenti. C’è un tacito sodalizio. I medici , il personale ospedaliero, donano sorrisi e carezze al loro passaggio.  Momenti che consolano quasi, e che confermano una presenza indispensabile.   Si percepisce un filo  che lega  vite e  speranze di tutti quelli che varcano la porta della struttura  con vista mare, il Pausilipon, rafforzato ogni giorno di più, dai tanti volontari presenti e dalle associazioni, parte integrante  dell’ospedale.  Una fra tutte: la Carmine Gallo Onlus.
L’ASSOCIAZIONE-  Nasce nel 1990, per volontà di genitori che hanno vissuto con i propri bimbi l’esperienza della malattia, con lo scopo di unirsi per ottenere miglioramenti e delle cure e della degenza dei loro figli. Ventitré anni di sforzi e dedizione assoluta. Una crescita graduale, ma costante,  che ha  portato alla consolidazione di una realtà che aiuta il Pausilipon, a mantenere nel tempo, il titolo di “eccellenza” campana. L’associazione, si occupa di tutti gli aspetti possibili: sostiene le famiglie bisognose che necessitano di aiuto economico; provvede all’acquisto, dietro segnalazione di chi vive in ospedale, ( oltre che di macchinari medici) di tutto ciò che può aiutare a creare un ambiente a misura di bambino, allegro, caldo, accogliente, con l’intento di vincere un’impresa difficile, ma non impossibile:  farli sentire a casa. Inoltre, sostiene la formazione e l’aggiornamento dei medici e degli infermieri, elargendo anche borse di studio annuali.
I PROGETTI- «L’associazione – dichiara Paola Ragni, vicepresidente – ha realizzato diversi progetti. Il Pausilipon, dispone infatti di un centro trapianti di midollo osseo e di una banca di sangue di cordone ombelicale. Ci siamo dedicati alla strutturazione del Reparto e del Day-Hospital ,provvedendo al relativo arredamento oltre che all’attivazione di un gruppo di volontari per la donazione di piastrine da aferesi, e all’ istituzione del Progetto Alice, al quale aderiscono persone formate per svolgere gratuitamente diverse attività di collaborazione a sostegno dei bambini e dei genitori. Abbiamo, poi, provveduto alla creazione di punti computer nella nuova sala polifunzionale, oltre che al cablaggio di tutti i reparti, per consentire zone wireless, affinchè i bambini ricoverati abbiano accesso ad internet. E’ stata data ai piccoli degenti anche la possibilità di studiare.  Il nostro impegno -prosegue- è continuo, ci stiamo adoperando per la ristrutturazione di 3 camere del reparto di ematologia per renderle a pressione positiva per i bambini immunodepressi e stiamo pensando all’ informatizzazione delle cartelle cliniche di tutto il dipartimento e all’avviamento di uno sportello di ascolto e accoglienza».
L’IMPORTANZA DEL VOLONTARIATO- «La particolarità di questo ospedale- dichiara Il Professor  Vincenzo Poggi, Direttore del Dipartimento di Onco-ematologia del Pausilipon,- sta nel fatto che l’attività assistenziale non può essere meramente tecnica. Il paziente, deve essere preso in carica con tutti i suoi problemi e in questo l’attività del volontariato riveste un ruolo fondamentale».
OSPEDALE SENZA DOLORE-  Il Pausilipon, dispone di diverse attrezzature che aiutano i piccoli ad alleviare le sofferenze dei trattamenti e delle cure. A marzo, è stato donato dall’associazione Gallo, il “VeinViewer”, un macchinario premiato in America, come miglior tecnologia innovativa. Primo ospedale in Italia ad averlo. «Noi rientriamo- afferma Poggi- nel concetto dell’ospedale senza dolore. Il nostro fine è quello di poter garantire ai nostri pazienti tutta la cura e l’assistenza necessaria con la minor sofferenza possibile, di conseguenza sono messi in atto tutti gli strumenti tesi a diminuire la percezione del dolore da parte dei bambini ( come anche le procedure di sedoanelgesia). Grazie alla Carmine Gallo, abbiamo acquisito questa macchina estremamente innovativa che consente non solo di vedere le vene, ma anche di valutarne la funzionalità, senza dover ricorrere a più tentativi che rappresentano stimoli dolorosi importanti per il paziente».

di Carmela Cassese

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