PARIGI – Ha 83 anni e una testa mai invecchiata. Due nomine al premio Nobel per la Pace. Lauree “Honoris Causa” da università americane. E’ stata insignita, in Italia, dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ha ricevuto il “ Premio per la pace” del Comune di Roma e a New York il” Premio Diritti umani “ delle Nazioni Unite. Nel 2011, a Parigi, ritira con orgoglio e commozione il Premio della Pace dell’Unesco. Un film a lei dedicato ” Verdades verdaderas. La vida de Estela”. Attivista. Presidentessa dell’ Associazione “ Abuelas de Plaza de Mayo”. Nonne che sfidano in prima fila potere e corruzione, con l’obiettivo di individuare e riportare alle vere famiglie, bambini- oggi più che trentenni- che non conoscono le proprie origini, rapiti e fatti sparire durante la repressione argentina. Alla ricerca delle identità perdute.
Incoraggiare le donne, semplicemente raccontando. Lotte tutte al femminile che restituiscono dignità e memoria, in un periodo difficile, dove la parola “ femminicidio”, si ripete come un’abitudine. Storie di forza, che annullano e scongiurano la rassicurante idea di “ sesso debole”. Una tra tutte: la battaglia di Estela Carlotto.
Tranquilla insegnante argentina. Una famiglia che adora. Un’esistenza serena. Fino al 1976, anno in cui, un terremoto politico, distrugge i suoi equilibri ed affetti. E’ il 24 marzo, quando le Forze Armate Argentine attraverso un colpo di stato rovesciano il Governo Costituzionale della Repubblica, progettando un’eliminazione di massa degli oppositori. Si instaura un sistema di terrore, che porta alla sparizione di 30.000 persone. Imprigionate, torturate, uccise. Si punta a salvare la società attraverso una sorta di “rigenerazione”. Così, i figli dei sovversivi vengono separati dai genitori per essere consegnati a “buone e degne famiglie”. Centinaia i piccoli sequestrati, considerati “ bottino di guerra”, fatti nascere nei centri di detenzione dove venivano condotte le donne incinte, che dopo lunghe sevizie finivano con l’essere gettate nel Rio de La Plata, o caricate su aerei militari per poi essere lanciate nell’oceano, sventrate. Si parla di liste di bambini “rubati”, alcuni, registrati come figli legittimi dagli stessi membri delle forze repressive. Altri, abbandonati in istituti. Tanti, venduti a coppie sterili vicine al regime. Di loro, non si avranno più notizie.
Ed è qui che “ nasce” la nuova Estela Carlotto. Frutto di un dolore atroce, angosciato. Di un coraggio intimo, alimentato da continui spasmi di rabbia. Un marito sequestrato e poi rilasciato dopo un riscatto di 30.000 dollari. Una figlia, Laura, portata via in dolce attesa. Ritrovata poi cadavere. E un tormento: il nipote perduto, nato in un campo di concentramento. Ha inizio la “rivoluzione” in rosa, per i nipoti mai visti.
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di Carmela Cassese