MILANO. Per le industrie europee di armi non c’è crisi: nel 2011 hanno avuto un aumento del 18 per cento degli ordinativi. Il fatturato è di circa 37,5 miliardi di euro. E il miglior cliente è l’Arabia Saudita: oltre 4,2 miliardi di euro di commesse, che i governi europei hanno autorizzato senza battere ciglio. Ogni azienda infatti deve ottenere il via libera dal proprio governo, per evitare che le armi finiscano in mano a eserciti in guerra o a dittatori. Ma è un controllo teorico, visto che nel 2011 ci sono state autorizzazioni a esportare in Algeria (815 milioni di euro di cui oltre la metà dall’Italia), Marocco (335 milioni di euro, soprattutto dalla Francia), Egitto (303 milioni di euro), Tunisia (16,5 milioni) e addirittura la Libia che era sotto embargo nel 2011 (34 milioni di euro di cui 17 milioni di euro tra missili, razzi e bombe dalla Francia), Afghanistan (346 milioni di euro), Pakistan (410 milioni di euro) e India (1,5 miliardi di euro). È questo il quadro che emerge dal Rapporto annuale dell’Unione europea, che il sito Unimondo ha rivelato in un lungo articolo in cui rielabora i pochi dati che Bruxelles mette a disposizione dell’opinione pubblica.
POCA TRASPARENZA. Oltre ai trasferimenti di armamenti tra i paesi dell’Ue (14,5 miliardi di euro) che comprendono anche le coproduzioni intergovernative, mostrano una forte ripresa le esportazioni verso i paesi asiatici (dai 4,7 miliardi del 2010 agli oltre 5,5 miliardi di euro del 2011) e, in particolar modo verso il Medio Oriente (da 6,6 miliardi a quasi 8 miliardi di euro). In crescita anche le esportazioni verso l’Africa sub-sahariana che superano i 493 milioni di euro. In calo sono invece soprattutto le autorizzazioni all’esportazione verso l’America settentrionale (erano 4,6 miliardi nel 2009, sono 3,6 miliardi di euro nel 2011), l’America centro-meridionale, oltre che verso i paesi del Nord Africa verso i quali però, nonostante il 2011 sia stato l’anno delle rivolte popolari della cosiddetta “primavera araba”, i paesi europei hanno autorizzato esportazioni di armamenti per oltre 1,2 miliardi di euro. Il rapporto è lacunoso soprattutto sulle consegne effettive di armi (magari autorizzate negli anni precedenti). Alcuni Paesi come Germania e Regno Unito non hanno fornito dati. E quelli italiani sono diversi da quelli contenuti nella relazione annuale che il Governo fa al Parlamento: in quest’ultima l’export effettivo nel 2011 è stato pari a 2,6 miliardi, ma nel rapporto dell’Ue invece risulta inferiore, “appena” 1 miliardo. Segno di mancanza di trasparenza da parte del governo Monti, denuncia Unimondo.
di Mirko Dioneo