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“Supereroi, proteggiamo i bambini” con Gratteri e Gabrielli, che lanciano l’allarme sul dark web

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L’importanza del ruolo dei genitori, l’aumento degli hacker al servizio della criminalità organizzata e il contrasto al mercato della pedopornografia, che produce miliardi di dollari di profitto in tutto il mondo. Sono questi alcuni dei temi emesi durante l’incontro “La tutela dei minori nel cyberspazio e nuovi scenari criminali”, che si è svolto in Fondazione Banco Napoli, nell’ambito di “Supereroi, proteggiamo i bambini insieme”, la mostra allestita nel museo dell’Archivio Storico, che racconta attraverso scatti fotografici, il delicato lavoro svolto dalla Polizia di Stato nel contrasto alla pedopornografia, all’abuso e all’adescamento online dei minori. Hanno partecipato: Orazio Abbamonte Presidente Fondazione Banco di Napoli, Nicola Gratteri Procuratore della Repubblica di Napoli, Guido Scorza Componente del Collegio del Garante per la Protezione dei Dati Personali, Ivano Gabrielli, Oreste Lo Pomo Vicepresidente Nazionale commissione giuridica ordine dei giornalisti, ha moderato Carola Barbato, Presidente del Co.Re.Com. Campania.
Uno dei dati più allarmanti lo evidenzia Gabrielli: «Dal Covid in poi i reati di adescamento di minori sono triplicati. I dati dello scorso anno: 2700 fascicoli, 1110 denunciati, 200 arrestati». «Stiamo cercando di coprire velocemente il gap tecnologico, dal punto di vista professionale di tecniche di indagine ci siamo. Questi sono reati che continuano ad aumentare, si moltiplicano – spiega invece Gratteri – c’è sempre questo abbattimento morale ed etico che porta sempre più a fare emergere dalle fogne i pedofili. Quindi c’è bisogno di più personale specializzato. Per questo lavoro ci vogliono degli appassionati, dei conoscitori dell’informatica, degli hacker buoni». Per il procuratore un ruolo importante lo giocano o genitori: «Per proteggere i bambini dai pericoli del cyberspazio voi genitori dovete fare i genitori, non gli amici dei figli, dovete stare attenti, ci vuole più controllo, dovete vietargli di stare sempre collegati a Internet. Date dei limiti: la casa non è un ostello della gioventù, dove si dorme e si esce – continua Gratteri che poi si rivolge ai giovani – C’è stata un’esplosione sul web e nel dark web in particolare. Prima prima non si riusciva ad entrare, ora si può comprare un’arma, si può commissionare un omicidio, rubare dati e metterli in vendita. Oggi non c’è più vergogna, i pedofili escono dalle fogne e entrano nel web per adularvi e conquistarvi. Siete in pericolo. La cosa che spaventa è ogni giorno ci sono sempre più eserciti di hacker al servizio della criminalità organizzata, del terrorismo. Si tratta un problema enorme che molti addetti ai lavori non hanno ancora capito».
Gabrielli ricorda ancora che «su questo tema l’Italia è uno dei paesi più all’avanguardia, sia dal punto di vista normativo che tecnico. C’è ancora molto da fare dal punto di vista culturale, soprattutto in giro per il mondo. Ci sono paesi che purtroppo ancora oggi mercificano i bambini. Questo genera un mercato pazzesco che lucra miliardi di dollari».
«La tecnologia nasce neutra, poi dipende tu come la costruisci,perché la stessa che offende può anche proteggere e schiudere ai più giovani opportunità straordinarie. – spiega Guido Scorza – Per fare ciò però serve che il mercato non abbia la meglio sui diritti e le libertà. Deve essere un obbligo dei gestori delle piattaforme – continua Sforza – quello di tenere fuori i minori e non una promessa da boy-scout. Bisogna preservare i diritti alla protezione dei dati personali per i più piccoli»
«Questa settimana così intensa di attività con la Polizia di Stato – ha portato delle conoscenze molto preziose – ha commentato Abbamonte – perché è stata diffusa la cultura dell’attenzione, che trasferisce a sua volte trasferisce attività educativa, che è molto più importante della stessa attività investigativa. Nella società civile è importante costruire la sensibilità alle regole e ai processi educativi. Queste giornate hanno contribuito a svolgere un importante lavoro di prevenzione». «La vera difficoltà – ha detto Lo Pomo – è la mancanza di una rete che faccia riferimento alle singole personalità, che vada oltre la valutazione sulle tecnologie, che è neutra, va usata e guidata».
«Si è tratta di un’autorevole giornata di approfondimenti – ha commentato Barbato – che conclude un ciclo di incontri molto importanti sul tema della pedopornografia, occasione data dalla suggestiva mostra della polizia postale, da cui siamo partiti, per arrivare alle insidie della rete e alla criminalità».
di Adriano Affinito
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