Superare la frammentazione ora esistente per le cure delle persone con disabilità garantendo invece un’assistenza senza più personalizzata. Inoltre, coinvolgere il mondo del terzo settore nella redazione dei progetti in favore dei più fragili. Sono due dei principali punti del documento redatto da Fish Campania, Forum del Terzo Settore e Anffas (Associazione famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) Campania presentato questa mattina alla Mostra d’Oltremare nell’ambito degli Stati Generali Disabilità e Salute in Campania. A presenziare, tra gli altri, il ministro del governo Meloni per le Disabilità Alessandra Locatelli.
I NODI – Daniele Romano, presidente Fish Campania, dice come «i punti più bassi di questi anni nell’assistenza alle persone con disabilità riguardano l’inaccessibilità ad alcuni servizi sanitari, soprattutto sulle liste d’attesa, ad esempio quelle sulle terapie per il midollo spinale, o semplicemente la presa in carico per il ricovero in ospedale». Tra le proposte contenute nel documento c’è dunque quello relativo, aggiunge Romano, «all’aumento dei fondi per le disabilità» ma anche pensare alla possibilità di «creare un fondo regionale» in modo da «evitare la frammentazione, che porta solo alle divisioni invece da evitare» nell’ambito del terzo settore e dell’aiuto a chi è più in difficoltà. Romano ricorda come l’Italia nel 2009 abbia «ratificato la Convenzione dei diritti per le persone con disabilità. È una questione di rappresentazione dell’associazionismo, per migliorare la qualità di vita delle persone». Il presidente di Fish insiste: «”Nulla su noi senza di noi’’ è il cardine delle nostre azioni politiche e sociali. Le persone con disabilità devono essere al centro di tutte le politiche, i programmi, i servizi. Non solo quelli di diretto interesse della disabilità. Bisogna adottare misure che rispettino i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Bisogna inoltre riconoscere il prezioso contributo degli enti del terzo settore, con i quali è necessario, come previsto dalla legge, coprogrammare e coprogettare gli interventi sul piano sociale ed economico». Il coordinatore Anffas Campania Alessandro Parisi parte ricordando che «la legge 328 del 2000 (legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, che delinea le azioni di intervento nei servizi sociali, ricercando il benessere, promuovendo autonomia e solidarietà, attraverso l’offerta e il coordinamento di servizi, risorse e prestazioni ndr) ha 23 anni. È ora di aggiornarla. Chiediamo – prosegue Parisi – anche un cambio di passo con servizi sempre più personalizzati e non standardizzati partendo dal presupposto che ogni progetto in favore di persone con disabilità deve essere personalizzato: non adeguare le persone i servizi ma i servizi alle aspettative».
MINISTRO, ASSESSORE, SINDACO – «Serve un impegno condiviso degli enti locali e del governo e alcuni servizi non arrivano alle famiglie. Da prestazione singole a presa in carico continua». Ne è convinta l’assessore alle Disabilità Alessandra Locatelli, intervenuta agli Stati Generali Disabilità e Salute in Campania alla Mostra d’Oltremare. «Noi abbiamo già dei livelli delle prestazioni assistenziali fondamentali dal punto di vista sanitario che devono essere applicati – le parole della ministra – e sono anche applicati in tante regioni. Con l’individuazione anche dei livelli delle prestazioni sociali, credo che i sistemi debbano dimostrare di essere all’altezza di fornire i servizi, devono creare delle reti stabili, forti e dare alle famiglie la possibilità di avere questo supporto. È un po’ una prova del nove: ci devono dimostrare questa importante capacità di stare al servizio dei cittadini». Locatelli traccia la strada secondo lei da perseguire. «Ci vuole un percorso di accompagnamento, ma sono sicura che si riuscirà a fare unendo le forze tra il sistema regionale, le indicazioni del Governo nazionale e l’indispensabile supporto locale». Focalizzandoci su Napoli città, queste le parole del primo cittadino Gaetano Manfredi. «È necessario che i trasporti siano accessibili alle persone con disabilità, c’è un problema di investimenti: noi stiamo lavorando, ad esempio, per rinnovare il parco autobus rendendoli quasi tutti accessibili e anche per migliorare i sistemi di connessione come gli ascensori». Manfredi fa appello affinchè «ci sia maggior rispetto da parte dei cittadini rispetto alle necessità dei disabili, se pensiamo che spesso gli scivoli sono occupati da auto in sosta vietata. C’è un lavoro da fare per costruire città maggiormente a misura di disabile». «Gli occhi devono essere delle politiche sociali e la sanità deve finanziare. Non è un tema di risorse anche se rispetto ad altre regioni abbiamo più difficoltà a garantire i servizi». A dirlo nel suo intervento di questa mattina Lucia Fortini, assessore regionale con delega alle Politiche Sociali secondo cui «il tema da discutere è quello delle capacità degli ambiti territoriali. Le Regioni hanno bisogno che gli ambiti territoriali siano efficienti, in molti ancora oggi funzionano con i Comuni capofila. Una serie di progetti sono bloccati perché il Governo non manda risorse in quanto ambiti territoriali devono rendicontare il 100% la spesa, se uno non lo fa, si blocca l’erogazione dei fondi. Per questo, noi abbiamo deciso di lasciar perdere alcuni progetti. Proprio per non incorrere in questo pericolo» chiosa la Fortini. Giovanpaolo Gaudino, portavoce Forum Terzo Settore, invece spiega: «L’incontro di questa mattina è stato importante. Solo con una condivisione nella programmazione si possano dare risposte efficaci alle persone, fondamentale. Ci troviamo di fronte a tante risorse che hanno una frammentazione, perché appartengono a capitoli di spesa statali e regionali e invece condividere insieme la visione ci permette di utilizzare più efficacemente i fondi per le persone con disabilità. Creare un fondo unico, come proponiamo nel documento, credo sia un’idea che può essere accolta e che si può costruire. È altrettanto importante che il terzo settore venga valorizzato, come organizzazione di prossimità tramite una visione più complessiva per la cura e assistenza della persona costruendo la cura con la propria famiglia».
di Antonio Sabbatino