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«Rinascere insieme»: la forza silenziosa degli Alcolisti Anonimi
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Una stanza semplice, senza insegne vistose né simboli che attirino l’attenzione. È qui, a Napoli e in tante città della Campania, che uomini e donne si incontrano periodicamente per raccontarsi, condividere le proprie fragilità e ritrovare la speranza. Sono gli Alcolisti Anonimi, persone che hanno conosciuto il buio dell’alcol e che hanno scelto di combattere insieme, in anonimato e in solidarietà, una battaglia che non si vince mai da soli.
A.A. nasce nel 1935 negli Stati Uniti e arriva in Italia nel 1972. Oggi nel nostro Paese ci sono circa 450 gruppi attivi, e la Campania rappresenta un presidio importante di questa rete di sostegno. A Napoli i gruppi si riuniscono in diversi quartieri, così come a Caserta e Benevento. Luoghi di ascolto e condivisione che diventano casa per chi decide di dire basta all’alcol e vuole ricostruire la propria vita.
Il principio è semplice, ma potente: non ci sono medici, psicologi o volontari esterni. Non ci sono registri, né quote associative. Ci sono solo persone che hanno vissuto la dipendenza e che mettono la propria esperienza a disposizione di chi sta ancora lottando. «L’unico requisito per entrare in A.A. – raccontano i membri – è il desiderio di smettere di bere». Da quel momento in poi, il percorso è fatto di incontri, di confronto e del metodo dei 12 Passi, sperimentato da milioni di alcolisti in tutto il mondo.
Le riunioni sono momenti di intensa umanità. In un clima protetto dall’anonimato, ciascuno può raccontare la propria storia, ascoltare quella degli altri, scoprire che non è solo. L’anonimato non è solo privacy, ma anche uguaglianza e rispetto: nessuno è più importante dell’altro, ogni voce ha lo stesso peso. Ed è proprio in questa parità che nasce la forza del gruppo.
Chi frequenta A.A. lo sa bene: smettere di bere è solo il primo passo. La vera sfida è restare sobri, evitare le ricadute, non cedere alla tentazione di “un bicchiere solo”. Per questo gli incontri diventano un’àncora: «Frequentare regolarmente il gruppo aiuta a spezzare i vecchi schemi – spiegano – e a costruire uno stile di vita nuovo, più sano, più libero».
Accanto al percorso personale c’è sempre un messaggio collettivo: nessuno è abbandonato, la condivisione è la medicina più forte. A Napoli e in Campania i gruppi si incontrano più volte alla settimana, in orari e luoghi accessibili, spesso in parrocchie, centri sociali o spazi messi a disposizione dalla comunità. Ogni incontro è un piccolo laboratorio di rinascita: chi è sobrio da anni incoraggia chi è arrivato da pochi giorni, chi ha ricominciato dopo una ricaduta trova mani tese invece che giudizi.
La storia di A.A. dimostra che il cambiamento è possibile. In Campania tanti uomini e donne hanno ricostruito il rapporto con la famiglia, con il lavoro, con se stessi. «L’alcol mi stava portando via tutto – confessa un partecipante – ma qui ho trovato ascolto, comprensione e la forza di rialzarmi».
Alcolisti Anonimi non promette miracoli: il percorso è lungo, fatto di cadute e di risalite, ma è un cammino reale, sostenuto dall’esperienza di chi c’è già passato. È un luogo in cui la parola “sobrietà” non è una condanna, ma una liberazione; non è privazione, ma possibilità di vivere davvero.
In un tempo in cui i legami sembrano fragili, i gruppi A.A. di Napoli e della Campania ricordano che la comunità può salvare vite, che dall’ascolto può nascere la speranza, che dall’anonimato può germogliare la dignità. Ogni incontro è una testimonianza silenziosa di rinascita: quella di chi, giorno dopo giorno, sceglie la strada della vita.
di Francesco Gravetti






