Connettiti con noi

Primo Piano

Quando il no profit può salvare l’azienda in crisi

Pubblicato

il

Ascolta la lettura dell'articolo

volontariatoROMA – «Chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi può essere considerato un lavoratore svantaggiato». È quanto emerge da un decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle Pari Opportunità. Lo ha evidenziato sul Corriere della Sera Giorgio Fiorentini, responsabile scientifico Master in management Imprese Sociali Cooperative e Aziende Non Profit Università L.Bocconi. In questo momento di crisi, il mondo del no profit tende la mano al no profit. In che modo? Una persona che ha un’occupazione fragile – quindi lavoratori svantaggiati – può costituire cooperative sociali di tipo B o imprese sociali, anche come srl e spa senza distribuzione di utili. Si apre così l’opportunità di collaborazione tra profit e no profit, con la creazione di “impresa sociale salvaziende: si interviene sul profit in crisi diventando imprenditori di se stessi insieme a chi ha creato l’azienda. Un modo per creare lavoro, con una “santa alleanza”.
di Stefania Melucci

Agenda

Gravetti 2 giorni fa

“Volere Volare Agire”. CSV Napoli presenta l’indagine sul volontariato

Gravetti 2 giorni fa

Caritas: “No all’azzardo per finanziare lo sport. Così si colpiscono i più fragili”

Gravetti 6 giorni fa

“Il Gridas non si tocca”: a Scampia a rischio la casa del Carnevale sociale

medolla 2 settimane fa

NATALE AL TELEFONO CON CHI È SOLO: TORNA LA NON STOP DI TELEFONO AMICO ITALIA

Salta al contenuto