Una mano per uno, una bottiglia, una lattina alla volta. È così, tutti insieme, passo dopo passo che si ripulisce un tratto di spiaggia, uno spicchio di mondo, ma, soprattutto, si costruisce una coscienza ambientale nelle nuove generazioni. Le piccole mani sono quelle degli alunni della scuola Rodinò di Ercolano, bottiglie e lattine quelle abbandonate sull’arenile ercolanese dai tanti, troppi bagnanti che ancora non hanno capito la necessità di salvaguardare una risorsa tanto preziosa come il nostro mare e le nostre coste.
Decine di bambini del plesso scolastico della città degli Scavi hanno partecipato all’iniziativa “Marte nostrum” organizzata per il terzo anno consecutivo dall’associazione Hippocampus alla quale hanno preso parte biologi marini e uomini della Capitaneria di Porto di Torre del Greco, che hanno spiegato ai giovanissimi partecipanti i danni dei materiali plastici sull’ambiente e i comportamenti virtuosi per mantenere pulito il nostro pianeta.

«Siamo arrivati al terzo appuntamento annuale di questa manifestazione – spiega il presidente dell’associazione Hippocampus Ciro Borrelli – alla quale teniamo veramente tanto proprio perché a questa manifestazione partecipano le scuole di Ercolano. Quest’anno abbiamo coinvolto i piccoli alunni della Rodinò che hanno mostrato un grande entusiasmo nel raccogliere tutti i rifiuti che deturpavano la spiaggia. È stata una giornata di festa perché abbiamo voluto coinvolgerli anche in giochi legati al tema dell’ambiente, ma soprattutto, una lezione importante per questa nuova generazione alla quale affidiamo il futuro della Terra. Ai bambini è stato spiegato quanto siano gravi i danni che la plastica provoca all’ambiente, e come un piccolo gesto possa aiutare a riciclare un materiale che ormai ha invaso ogni angolo del Mondo». Ed il pericolo più grande per la salute dell’uomo viene proprio dal mare, come hanno spiegato gli uomini della capitaneria di Porto ai bambini. «Al di là del sudiciume visibile sulle spiagge – prosegue il presidente di Hippocampus – sono le microplastiche disciolte in mare che danneggiano la salute delle creature marine e di conseguenza degli uomini, che di quelle creature si nutrono. È un circolo vizioso che solo con una nuova coscienza ambientale può essere interrotto». Un roll-up con i tempi di biodegradabilità di varie tipologie di rifiuti ha aiutato gli operatori a spiegare come un gesto di inciviltà come quello di disperdere i rifiuti nell’ambiente prolunghi le sue conseguenze devastanti nel corso di decine, centinaia e, in alcuni casi anche di migliaia di anni.

di Nadia Labriola

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