Un riconoscimento per il proprio impegno nel dare voce alle donne iraniane, che stanno combattendo da mesi contro il regime degli Ayatollah per avere maggiori libertà civili e sociali sacrificando, in molti casi, la propria vita insieme anche a tanti uomini stanchi dell’oppressione. Il Comune di Napoli ha conferito questa mattina in Sala Giunta all’alpinista Nasim Eshqi una targa per il premio “La scalata dei diritti’’, che testimonia la vicinanza del capoluogo partenopeo alla lotta delle donne dell’Iran per cambiare la propria condizione. Nel corso della giornata è stato idealmente conferito la cittadinanza onoraria a tutte le donne iraniane. A volere l’evento la consigliera comunale Mariagrazia Vitelli presente insieme all’assessore alle Pari Opportunità Emanuela Ferrante, all’assessore all’Istruzione

La storia di Nasim

Nasim Eshqui è costretta all’esilio in Europa vista il suo rifiuto di gareggiare e praticare sport indossando il velo, obbligatorio nella Repubblica Islamica dell’Iran. Nelle sue scalate alpine in diverse zone del mondo compreso il suo Iran Eshqui, un passato anche da kickboxer altra occasione in cui, da giovanissima, ha gareggiato senza voler indossare il velo, si è mostrata una donna e sportiva libera dimostrando coraggio. La sua scelta di fare a meno del velo nel corso delle sue arrampicate o anche in altre circostanze ha rappresentato un affronto vero per lo Stato e per le strettissime leggi in vigore in Iran dopo la Rivoluzione Khomeinista del 1979, tanto da costringerla a non tornare più a Teheran come così il compagno, alpinista anche lui. Nonostante la sofferenza, l’esilio in Europa ha permesso a Nasim Eshqui di essere una portavoce dell’esigenza delle donne iraniane di ribellarsi al regime, intraprendendo una dura battaglia che ha mietuto moltissime vittime a partire da Mahsa Amini, la giovane arrestata un anno fa dalla polizia per non aver indossato in modo corretto l’hijab e ritrovata morta il 16 settembre 2022 causando con ogni probabilità – perché le notizie filtrate sono state pochissime – un’emorragia cerebrale. La morte di Mahsa ha dato il La alle proteste in Iran che continuano, con un’intensità più o meno alta a seconda dei periodi, da oltre 365 giorni.  «È onore per me ricevere questo riconoscimento a Napoli e parlare di quanto sta accadendo in Iran, speriamo di continuare con altre attività per le donne iraniane», le parole di Nasim proferite a margine del riconoscimento. Secondo Eshqui «il mondo non è informato abbastanza su quanto sta accadendo, ci sono molti che non vogliono dare voce alle donne in Iran forse perché più interessati all’aspetto economico, alla vendita del petrolio. Io voglio invece che la voce delle iraniane arrivi in tutto il mondo». Nasim Eshqui, vuole mettere a frutto la propria abilità sportiva e il proprio coraggio per le donne dell’Iran attraverso un progetto che si chiamerà “Quando le montagne parlano’’ per far scalare per le donne in tutto il mondo, in massima libertà, e dare la voce per il cambiamento non solo per le donne iraniane ma anche per gli uomini del nostro Paese».

 

Le considerazioni della presidente di Azadi Napoli

Rozita Shoaei, presidente Associazione culturale Azadi Napoli, che rappresenta non solo le donne iraniane ma anche gli uomini che stanno combattendo contro l’oppressione del regime, afferma: «Uno sport come quello della scalata, in questo momento, rappresenta in pieno lo spirito della nostra rivoluzione. Ci troviamo di fatto di fronte a un muro verticale apparentemente inaccessibile, ma stiamo dimostrando di poter mettere piano piano un chiodo e scalare questa montagna, in modo che in tutto ne possano beneficiare in Iran».  Nei fatti, «la nostra rivoluzione non è solo esclusivamente femminile, ma anche degli uomini ci sono stati accanto e sono stati incarcerati più uomini che donne in Iran. Avere numeri su uccisioni, morti e incarcerazioni è impossibile vista la stretta del regime. Dobbiamo battere chiodi forti in modo che la nostra salita possa anche essere di appoggio, come sta facendo Nasim». Rozita Shoaei, ricorda come «in questa battaglia per la libertà in Iran ci sono momenti più caldi e momenti più di riflessione ma non scema la lotta per la libertà e continua ogni giorno. I momenti di apparente calma sono quelli di riflessione che ci servono per andare avanti più carichi e rimanere saldi. Le proteste vanno comunque avanti e non sono violente che partono dalla disobbedienza civile». Attualmente in tutto il mondo vivono 9 milioni di iraniani, più del 10% della popolazione. Molti di questi 9 milioni sono stati costretti ad andarsene per non subire le punizioni del regime degli Ayatollah dell’attuale presidente Ebrahim Raisi e della guida spirituale Ali Khamenei. La presidente dell’associazione culturale Azadi, preannuncia l’obiettivo, «grazie alla disponibilità del Comune di Napoli e di altri enti locali, di parlare di tante problematiche dei cittadini iraniani sul territorio italiano». Un riferimento preciso? «Ci sono banche che non aprono il conto corrente per i cittadini iraniani, a causa delle sanzioni all’Iran e all’embargo. Questa situazione penalizza soprattutto gli studenti che non riescono ad accedere a crediti bancari. C’è una vera e propria discriminazione ai loro danni» insiste che poi distingue chi ha dato davvero voce alla sofferenza degli iraniani e chi invece, a suo dire, avrebbe fatto poco. «Gli enti locali ci sono stati vicini, abbiamo avuto riscontri e ci hanno ascoltato Ci ha deluso, invece, la reazione dello Stato italiano, a livello di chiacchiere tutti dicono di voler difendere i diritti, ma in concreto nessuno fa nulla. I diplomatici fanno incontri, si parlano, il presidente della Repubblica iraniana ha fatto un viaggio in America dopo tanti anni di mancate relazioni, per non parlare di una qualche ripresa dei rapporti con gli altri Paesi dell’area come l’Arabia Saudita (a maggioranza sunnita mentre l’Iran è a maggioranza sciita ndr.). Non basta una ciocca di capelli spedita all’Ambasciata per cambiare le cose, ci vogliono atti politici concreti perchè le sanzioni colpiscono la popolazione che è fuori dal Paese per motivi politici. L’embargo lo paga il popolo proprio come vediamo sulla faccenda dei conti correnti bloccati».

 Le parole dell’amministrazione comunale

«Sono davvero emozionata innanzitutto perché conosco Nasim, una grande donna che sta dimostrando come con la forza e con il coraggio si possano scalare vette difficili. Il Comune di Napoli –le parole dell’assessore alle Pari Opportunità Emanuela Ferrante –  è sempre dalla parte di chi lotta per la difesa dei diritti umani ovunque siano messi in discussione». La Ferrante ricorda come «quella delle donne iraniane rappresenta una tragedia e abbiamo il dovere di essere loro vicine. Anche in Italia, che è un paese evoluto dal punto di vista delle norme, accade ancora oggi che le donne subiscano violenza e spesso questo avviene all’interno della famiglia. Abbiamo il dovere di fare un passo in avanti e noi sosterremo sempre le donne come tutti i soggetti più fragili, con piccoli e con grandi interventi». L’assessore all’Istruzione Maura Striano evidenzia: «Le storie di queste battaglie devono essere portate non solo nelle città, ma nelle scuole perché sono storie che non sempre i ragazzi conoscono. Questo ci consente di aprire una finestra sul mondo e su quella che è la condizione delle donne a livello internazionale, ma ci consente di fare una riflessione sulla condizione femminile a Napoli, in particolare in alcuni contesti particolari in cui ci sono ancora condizioni di segregazione che non vediamo». La consigliera Mariagrazia Vitelli spiega di aver «accolto la richiesta che ci era stata fatta dall’Unione Donne in Italia per dare risalto al problema delle donne in Iran. Con il riconoscimento della cittadinanza onoraria alle donne iraniane, Napoli ha confermato la sua vocazione all’accoglienza e, come abbiamo ricordato in occasione dell’ottantesimo anniversario delle Quattro Giornate, i Napoletani hanno dimostrato di essere un popolo che non si gira dall’altra parte».

La canzone di Maurizio Capone e & Bungtbang

“Capille Luonghe’’è il pezzo che Maurizio Capone e & Bungtbang ha dedicato alla rivoluzione iraniana. La canzone, eseguita nella Sala giunta del Comune, ha tratto ispirazione da donne come Mahsa Amini e a chi sta combattendo per la libertà in Iran. «La musica – dice Capone – ha un pregio: può viaggiare indipendentemente da tutto. È un linguaggio irrazionale, anche i nostri avversari si confondono, creando un subbuglio rivoluzionario. La bellezza prescinde dagli esseri umani, per nostra fortuna». Capone spiega che “Capille Luonghe’’ «l’ho scritto perché dopo due o tre giorni di attenzione verso una vicenda, i riflettori poi si spengono mentre invece non deve essere così perchè siamo dinanzi a un cambiamento epocale così come sono state le Quattro Giornate di Napoli». Maurizio Capone assicura: «A me è arrivato il coraggio delle persone e donne come Masha Amini nel combattere un regime autoritario e violento. C’è chi ha messo e sta mettendo a repentaglio la propria vita per la libertà di un popolo intero, in un senso di collettività».

di Antonio Sabbatino

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