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La storia di Bebe, tedofora a Londra e “in corsa” per Rio 2016

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ROMA. La scherma è la sua passione. L’atletica è arrivata dopo. Batrice Vio, 15 anni, ha già deciso che a Rio 2016 correrà. E lo farà nonostante non abbia più braccia e gambe a causa di una malattia all’età di 11 anni. Ad averglielo chiesto è stato il grande Oscar Pistorius. Intanto sarà tedofora a Londra per la Paralimpiade. A sostenerla, si è mosso anche il Parlamento Europeo: 113 deputati di tutti i 27 paesi membri si sono schierati con lei. Beatrice, Bebe per gli amici, ha cominciato a correre pochi giorni fa sulle piste di Mogliano e Trieste, davanti a un grande dell’atletica paralimpica, Alessandro Kuris, tecnico della Nazionale. «A Rio 2016 voglio partecipare anche nella corsa, se potrò, e non solo nella scherma» dice.
TEDOFORA A LONDRA – Ora si allena per farlo quando dovrà portare la torcia quale rappresentante dei “Futuri paralimpici” del mondo prima della Cerimonia d’apertura della Paralimpiade. Sulle lame con la torcia in mano. L’avventura di Londra 2012 è divenuta realtà dopo la visita di Bebe al Parlamento europeo. E’ stata invitata dal vicepresidente Roberta Angelilli, per parlare di bambini e disabilità. Ha incontrato il Presidente Schulz e, dopo aver appreso che non aveva la possibilità di assistere alle gare londinesi, dal massimo organo politico europeo è cominciato il sostegno a Bebe.
L’UE IN PRIMA LINEA – Angelilli si è fatta carico della sua vicenda e ha inviato una lettera indirizzata al Presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, sir Philip Craven. La richiesta di accreditarla ai Giochi Paralimpici, per rappresentare il mondo dei giovani che attraverso lo sport superano la disabilità, è stata accettata. «Bebe è una ragazza meravigliosa con lo splendido dono di saper scaldare il cuore di chiunque ha la fortuna di incontrarla. E’ in grado di raccontare in modo semplice, ma efficace i valori profondi della vita e dello sport, quelli che incarnano lo spirito paralimpico – si legge nella lettera firmata dalla vicepresidente Angelilli – Esemplifica perfettamente i valori del coraggio e della determinazione, l’ispirazione che sa dare lo sport paralimpico e l’uguaglianza; la sua capacità di abbattere tutte le barriere è un esempio non solo per gli atleti paralimpici, ma per tutti noi e per tutti i bambini europei».

di Rebecca Montini

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