Nelle grandi città sono tante le persone che per motivi diversi sono costrette a vivere per strada, dove fanno i conti con una vita non solo segnata dalla povertà, ma anche dall’isolamento e talvolta dal pericolo. Come ogni inverno, quando iniziano ad abbassarsi le temperature, si comincia a parlare di “emergenza freddo”. L’anno appena concluso conferma l’aumento del numero di persone senza dimora decedute in strada.
I NUMERI
Sono infatti 420 le persone che hanno perso la vita nel 2024, contro le 415 dello scorso anno. A Napoli, secondo una stima, sono circa 1800-2000 gli homeless. L’Assessore comunale al Welfare, Luca Trapanese, durante una delle ultime riunioni di aggiornamento sul tema, ha ricordato che in città sono ordinariamente disponibili 405 posti letto di cui 120 nel dormitorio comunale, ai quali attualmente, per il maltempo, si aggiungono altri 50 posti letto incrementati, in via temporanea, presso il centro di Via Tanucci che ha anche anticipato l’apertura notturna. Altri 110 presso la struttura S.A. La Palma, 75 presso la struttura Comunità delle Genti, 100 presso la struttura Centro La Tenda (di cui 50 a spese del Comune). Inoltre, sono stati attivati dal primo dicembre 2024 i seguenti posti di accoglienza straordinaria: 20 posti letto straordinari per la struttura di Via Tanucci 9; 18 nuovi posti letto presso la struttura di Via De Blasiis.
SANT’EGIDIO
La Comunità di Sant’Egidio, nei luoghi in cui è presente, in Italia e nel mondo, è vicina alle persone che vivono per la strada, con un servizio di prossimità, che si articola nella distribuzione di pasti per strada, realizzazione di centri di accoglienza, ricerca di soluzioni abitative, temporanee e stabili, sostegno al reinserimento nel mondo del lavoro. La Comunità opera anche a Napoli dove circa 200 volontari (compresi quelli più sporadici) consegnano dagli 800 ai 1000 pasti a settimana in diverse zone della città: “Noi distribuiamo le cene itineranti tutto l’anno. – spiega Benedetta Ferone Responsabile servizi ai senza dimora della Comunità di San’Egidio – Parliamo di circa 800-1000 pasti. Noi prepariamo mille pasti per raggiungere mille persone, poi chiaramente non ne incontriamo sempre mille ma volte meno, volte di più, a volte diamo un bis”.
STAZIONI APERTE
L’apertura delle stazioni delle metro durante la notte (ad esempio il comune di Napoli per la settimana dal 13 al 19 gennaio, ha provveduto, di concerto con ANM, a tenere aperta quella del “Museo” dalle 22 alle 6 del mattino), è una soluzione che ha però degli ostacoli, come racconta ancora Benedetta Ferone: “Il problema dell’apertura delle stazioni in orario notturno, sia quella dell’Eav che quella ANM, è che si prevede l’accesso agli homeless dopo l’ultima corsa e la sanificazione. Quando la sera appunto il sole cala alle cinque, cinque e mezza inizia a fare freddo, andarsi a riparare asolo alle 22.30 può essere pesante”.
IL COMUNE
A Napoli dall’anno 2024, sono state potenziate le unità di strada (5 a fronte delle 3 attive nel 2023), mentre per l’accoglienza diurna: lo spazio docce sito in via Tanucci 9 è aperto dal lunedì al sabato per la cura dell’igiene personale, oltre ad altri servizi (guardaroba sociale, orientamento, segretariato sociale, assistenza legale, iscrizione anagrafe). Il Comune ha in corso anche due procedure di gara, che, una volta aggiudicate, metteranno a disposizione dei senza fissa dimora ulteriori 81 posti letto. Sono inoltre disponibili 1.500 zainetti contenenti kit personali e coperte termiche, in corso di distribuzione grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato.
ANGELI DI STRADA
Un’altra realtà a Napoli che si occupa di stare vicino ai senzatetto è Angeli di Strada Villanova che, da circa dieci anni, distribuisce cibo e generi di prima necessità a coloro che soffrono. L’associazione, nel corso degli anni, ha avviato una collaborazione con la Fondazione Progetto Arca che è sfociata in diverse progettualità, di cui l’ultima è la “Cucina Mobile”, la quale ha l’obiettivo di aiutare un numero maggiore di persone in difficoltà. Marcello Ciucci presidente e fondatore di Angeli di Strada Villanova e responsabile della Fondazione Progetto Arca Onlus per Napoli: “Due anni fa in epoca post Covid ci è stata affidata, in comodato ad uso, la cosiddetta ‘cucina mobile’, praticamente una sorta di camper attrezzato dove non si cucina a bordo pur avendo un forno, due frigoriferi, un congelatore, una macchina per le zuppe istantanee biologiche e tanto altro, con il quale noi usciamo la sera due volte a settimana per portare un pasto caldo alle persone in strada. Parliamo di circa 170 cene più 170 sacchetti per la colazione. Noi consegniamo una cena che è composta da un sacchetto dove al suo interno c’è un primo piatto caldo d’inverno e freddo d’estate, una vaschetta monouso, poi un panino diviso per etnia, tenendo presente che mangiare, ad esempio, i salumi in alcune religioni è vietato, una bottiglietta d’acqua, una banana come frutto e una coppia di un secondo piatto più delle volte con due polpette fritte inserite in vaschette monouso. Poi c’è il sacchetto della colazione del giorno dopo, che contiene elementi secchi che coadiuvano la colazione del giorno dopo, che sono un monouso di fette biscottate, un piccolo brick di succo di frutto, una barretta energetica, una marmellata piccolina e una merendina imbustata”.
LE TESTIMONIANZE
Un lavoro prezioso lo svolgono anche i tanti volontari che aiutano le associazioni nella consegna dei pasti agli homeless, soprattutto in inverno. Un lavoro che richiede tanta empatia e tanta disponibilità all’ascolto. A raccontare la sua esperienza è Mattia, che per circa un anno una volta a settimana consegnava i pasti ai senza fissa dimora: “Si cominciava verso le otto, otto e mezza o nove, e spesso si arrivava anche fino alle quattro di mattina, perché giravamo praticamente mezza Napoli. Portavamo prevalentemente cibo, ma anche in alcuni casi coperte o abbigliamento. Uno dei percorsi, ad esempio, era partire dalla Galleria Umberto, ed arrivare a Piazza Dante di fronte al Museo, dove ci sono i porticati. Oppure zona Rettifilo o Stazione Centrale. In quella zona la situazione era un po’ più critica perché alcuni homeless qualche volta erano un po’ più aggressivi diciamo così. In alcuni casi qualcuno che era mentalmente un po’ instabile avvicinava e ci aggrediva verbalmente, magari venivano due o tre volte, perché sai si faceva un po’ di folla attorno per prendere i pasti e magari la stessa persona veniva un po’ in maniera prepotente due o tre volte che voleva il cibo, allora tu cerchi di comunque di dicendo no, guarda tu già l’hai preso, ovviamente mantenendo la calma cercando di non fargli agitare”.