consiglio-comunaleNAPOLI – Alle elezioni amministrative che si terranno a Napoli il 5 giugno ci sarebbe dovuta essere una novità. La delibera di giunta n. 25/2012 ha istituito, infatti, la figura del consigliere aggiunto nel Consiglio Comunale, approvando anche il regolamento per l’elezione dello stesso, e le prossime elezioni sarebbero dovute essere dunque le prime in cui fosse possibile procedere alla designazione di questo nuovo rappresentante.

CHI È IL CONSIGLIERE AGGIUNTO? – Innanzitutto un cittadino extracomunitario (termine usato nel regolamento comunale) o apolide. Nel primo caso, quindi, pur associando in troppi il termine alle migrazioni di provenienza africana o asiatica, potrebbe essere chiunque non abbia la cittadinanza di un Paese UE; ergo anche uno svizzero, ad esempio. Un apolide, invece, è una persona che non ha alcuna cittadinanza. Credo sia estremamente difficile se ne possa mai candidare uno anche in futuro, visto quanto è arduo in Italia ottenere lo status di apolidia. è stato giusto, comunque, prevederne la possibilità. Per essere eletti bisognava essere iscritti nell’apposita “lista elettorale degli stranieri e degli apolidi del Comune di Napoli” e presentare una candidatura sostenuta dalle firme di almeno 200 elettori iscritti a quella lista. Altri requisiti: il compimento del 18mo anno di età alla data delle elezioni, la residenza a Napoli, ed ovviamente un titolo di soggiorno valido. Possono votare solo i cittadini non comunitari o apolidi iscritti nella lista elettorale apposita entro 15 giorni dalle elezioni.

COSA PUÒ FARE UN CONSIGLIERE AGGIUNTO? – Ha diritto di parola nel Consiglio, ma non diritto di voto. Non può nemmeno “assumere l’iniziativa di deliberazioni consiliari ovvero proporre ordini del giorno o atti di sindacato ispettivo” (cit. regolamento del Comune). Sostanzialmente è poco più di una mascotte del Consiglio Comunale. L’unica cosa positiva (per lui) sarebbe il diritto al gettone di presenza. Al di là dell’effettivo ruolo del consigliere aggiunto, gli interrogativi sorti sono anche altri, e purtroppo uno in particolare si è dimostrato veritiero. Se fosse eletto uno dei candidati, in qualche modo dovrebbe “rappresentare” l’intera popolazione di migranti a Napoli, diverse decine di migliaia di persone, provenienti da Paesi, lingue e culture diverse. Difficile non pensare che, al massimo, rappresenterebbe i propri connazionali. Sarebbe stato certamente più interessante, e molto più utile, prevedere piuttosto un consigliere aggiunto in ogni Municipalità. Si sarebbe avuta una maggiore rappresentatività delle varie nazionalità e una maggiore vicinanza ai propri elettori. Magari si poteva pensare poi ad un tavolo costituito dai 10 consiglieri aggiunti delle Municipalità che si coordinassero nelle loro attività e indicassero tra loro il consigliere aggiunto al Consiglio Comunale, che così sarebbe stato più rappresentativo di tutti.

IL FLOP – Ma soprattutto non c’è stata adeguata comunicazione e pubblicizzazione, per cui temevo che gli iscritti nell’apposita lista elettorale non sarebbero stati molti, se non i soliti portati di peso da candidati e associazioni collegate, il che è altro rispetto alla partecipazione democratica. Inoltre si rischiava un fenomeno del tipo “chi raggiunge i 200 vince”, perché non credevo sarebbero stati in tanti a riuscirci. Alla fine il risultato è stato anche peggiore. Mi risulta che nessun candidato sia riuscito a portare a termine il percorso. La macchina comunale pare si sia messa in moto in grave ritardo, per cui è stato anche impossibile “portare di peso” ad iscriversi alle liste elettorali un numero di persone sufficienti. Ergo, salvo smentite dell’ultimo momento, a questo punto mi risulta che l’elezione del consigliere aggiunto non ci sarà. Insomma, credo che ormai siano quasi tutti convinti, finalmente, della necessità di concedere il diritto di voto (quello vero) ai migranti almeno alle amministrative, e credo che il Comune abbia scelto questa strada simbolica per sollecitare una discussione verso questo obiettivo. Ma siamo di fronte al solito quesito: aspettare il risultato massimo o accontentarsi di questi gesti simbolici? Personalmente credo che i gesti simbolici possano avere un senso, purché fatti in maniera seria.

 

di Marco Ehlardo

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