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Città che cambiano, è il giorno dell’Habitat

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ROMA. E’ la Giornata mondiale dell’Habitat, una giornata dedicata alla riflessione sull’ambiente e sullo stato di salute di terra, mare, aria e acqua. Come ogni anno dal 1995, il primo lunedì di ottobre è stato designato dalle Nazioni Unite Giornata mondiale dell’habitat. Quest’anno il tema della Giornata mondiale dell’Habitat 2012 è “Città in corso di trasformazione, opportunità di costruzione”: riflettori puntati sul processo di cementificazione che sta distruggendo gli habitat naturali di piante ed animali, dando vita a squilibri che portano anche all’estinzione delle specie. Oggi così si vuole riflettere sia sui futuri sviluppi dell’espansione delle città, sia sui nuovi modelli sostenibili di costruzione degli edifici.
L’ONU. Molti sono infatti coloro che lasciano le zone rurali per inseguire i sogni di un futuro prospero in una grande città e l’esplosione delle zone urbane nei Paesi in via di sviluppo ne è una testimonianza inequivocabile. L’Onu, quindi, vuole sottolineare la necessità di un piano globale per le città, in quanto – come è stato più volte sottolineato in varie occasioni – città senza una pianificazione urbana portano a uno sviluppo caotico e senza futuro. Invece città con una seria pianificazione possono continuare a costituire buone opportunità per gli attuali e futuri residenti. Il tema scelto per la Giornata mondiale dell’Habitat 2012 diviene quindi alla portata di tutti: non progetti e parole astratti, ma piccole azioni che ognuno di noi può scegliere di fare.
LA TERRA. In questo senso, la Giornata mondiale dell’Habitat vuole ricordare a tutti le proprie responsabilità per il futuro della Terra, della Natura e dell’Ambiente. Se ognuno di noi scegliesse di costruire seguendo criteri razionali e sostenibili allora si può sperare in un futuro miglire, se il processo di cementificazione diviene non avviene nel rispetto di una pianificazione urbana e di un’edilizia green allora il futuro si rivelerà caotico e avverso a noi, agli animali e alla flora.

di Francesco Gravetti

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