3.500 partecipanti in Egitto, 3.000 nel Regno Unito, 3.000 in Indonesia, 1.200 in Nepal, 1.100 in Norvegia, 500 in Malawi e centinaia anche in Italia, come anche in Libano, Kenya e Sud Africa, hanno già fatto sentire la loro voce nelle consultazioni sul cambiamento climatico, promosse da Save the Children. Oltre 13mila bambine, bambini, adolescenti e giovani di 18 paesi sono stati coinvolti in una delle più grandi consultazioni a livello mondiale sul cambiamento climatico, per chiedere un intervento rapido e immediato che faccia fronte alla crisi in atto, in un anno travolto da siccità senza precedenti, feroci ondate di calore e inondazioni devastanti. Da una ricerca dell’Organizzazione, emerge che i bambini nati nell’ultimo anno affronteranno in media durante la loro vita, ondate di calore 7 volte più torride rispetto a quelle che hanno affrontato i loro nonni, e che i neonati in tutto il mondo soffriranno 2,6 volte di più la siccità. Inoltre, milioni di bambini in tutta Europa, secondo l’allarme lanciato dai medici, già oggi, rischiano di contrarre malattie respiratorie e renali, e sono esposti ad altri rischi per la salute a causa delle temperature record che stanno attraversando il continente in questo ultimo periodo.

Attraverso incontri in presenza o su Zoom e questionari online, con domande a bambine, bambini, adolescenti e giovani sul cambiamento climatico e le disuguaglianze, e sulla loro opinione rispetto a cosa dovrebbero fare gli adulti per affrontarle efficacemente, si tenta di dar voce alla generazione che maggiormente subirà le conseguenze di decenni di imprevidenti politiche ambientali, inefficaci campagne di responsabilizzazione, e, non meno, ambigue prese di posizione da parte della società civile e del mondo produttivo.

Una volta completata, decine di migliaia giovani, in più di 30 paesi, avranno condiviso le loro opinioni e dato vita ad una delle più grandi consultazioni nel suo genere, per numero di bambini coinvolti e paesi coperti. I risultati saranno condivisi in un rapporto globale che sarà pubblicato il prossimo ottobre. «L’unica cosa a cui riesco a pensare è “paura”», racconta un ragazzo di 17 anni di Palermo. «Inondazioni, carestie, prezzi sempre più alti e malattie trasmissibili stanno diventando problemi comuni e questo è dovuto alla crisi climatica», spiega una ragazza di 15 anni del Malawi. «Le nostre famiglie e gli adulti hanno vissuto la loro vita ora, ma siamo noi che continueremo a vivere su questa terra», ha affermato invece Fariha, una ragazza siriana di 17 anni che vive a Türkiye. Queste sono alcune delle tante voci non ascoltate, che si aggiungono ad un grido corale di aiuto, disperato e inappuntabile.

«I giovani di tutto il mondo si stanno già mobilitando attraverso campagne per combattere il cambiamento climatico e le disuguaglianze. Il nostro compito è sostenerli, dare loro spazio, amplificare il loro messaggio, ascoltarli e agire», ha dichiarato, Angelique Orr, Direttrice delle campagne di Save the Children.

di Valerio Orfeo

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