Il recupero del giardino della prestigiosa della settecentesca villa Salvetti divenuto possibile grazie all’impegno dei piccoli studenti, cittadini modello di oggi e del domani. Il progetto “Legami e Radici’’, promosso dalla rete Mo.V.I. federazione Provinciale Napoli, in collaborazione con la Municipalità Sesta e la Regione Campania, è un esempio di civiltà e di cura verso il proprio territorio grazie all’entusiasmo dei protagonisti: i ragazzi dell’Ic Russo-Solimena di Barra, quartiere di Napoli Est. Gli alunni delle elementari e delle medie con il supporto dei propri docenti hanno contribuito in maniera fattiva alla pulizia delle aree a verdi di Villa Salvetti, inserito nel circuito delle ville vesuviane e del miglio d’oro. Tra gli obiettivi del progetto, la possibilità di utilizzare il giardino (curato anche grazie ai lavoratori regionali del progetto Bros) come aula studio a cielo aperto. Un’esigenza quasi naturale, visto che i giardini e la villa si trovano esattamente tra i due plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo. A confermare l’intenzione, le parole della dirigente scolastica del Russo-Salvemini, Rosa Seccia. «Avere una villa del genere qui non è cosa da poco. Quando siamo diventati istituto comprensivo nel settembre 2019 abbiamo subito verificato che il parco della villa e la villa stessa, che noi abbiamo adottato con “Adotta un monumento’’, era un punto particolare interessante per permettere il passaggio non solo da una scuola all’altra ma anche come scuola decentrata. Pensiamo di fare delle lezioni lì, l’idea è quella di favorire lo spazio della villa come classe all’aperto».
L’incontro con il sindaco Manfredi – A suggello del progetto partorito nel 2019, l’incontro di stamane tra gli alunni del Russo-Solimena con il sindaco Gaetano Manfredi al quale i ragazzi si erano rivolti con un videomessaggio invitandolo a constatare di persona dell’impegno profuso. «Questi ragazzi hanno fatto un bellissimo lavoro con i loro insegnanti in favore del quartiere – dice il primo cittadino che aveva risposto all’invito dei ragazzi mandando a sua volta un messaggio video – Sono venuto proprio per confrontarmi con loro e con gli insegnanti. Bisogna partire dall’impegno civile e civico dei ragazzi. In una città in cui i bambini curano la propria comunità è una città più ricca». Dopo un’esibizione canora e l’esposizione di cartelli e striscioni, la visita del sindaco nel giardino rimesso a nuovo e successivamente la consegna di una targa. Diverse ancora oggi le aree abbandonate nella scuola di Barra come il campetto del cortile, la stessa struttura di Villa Salvetti e un campo di rugby non curato.
L’impegno del Movi – Fortuna Giustinani, referente del Movi, dice: «I bambini hanno risposto in una maniera sorprendente. Hanno riscoperto le loro radici ma diventando parte attiva riprendendo villa Salvetti, prima abbandonata. Quando prima li portavamo nel giardino della villa del ‘700 e spiegare cosa fosse Barra i ragazzi facevano a gara portando le testimonianze dei loro familiari, le fotografie. Sono stati entusiasti lasciando un segno nel sociale rappresentando in futuro». Le fa eco Carlo Capasso, presidente provinciale di Napoli del Movi. «L’obiettivo che ci eravamo prefissati era restituire le bellezze di un quartiere attraverso un’azione volontaria, con lo spirito di cittadinanza attiva – spiega Capasso – I ragazzi in questo momento difficile hanno ritrovato se stessi attraverso la cura dei giardini di villa Salvetti, simbolo di speranza di una città difficile attraverso l’incontro tra mondo del terzo settore e del volontariato e delle istituzioni. Così si alimenta la speranza per ricostruire il quartiere». A supportare “Legami e Radici’’ partecipando alla giornata di festa anche il comico Ciro Giustiniani, nativo proprio di Barra. «Non si deve partire alle periferie ma arrivare le periferie dove ci sono tanti talenti che sono oro vivo. Barra è ricco non di soldi ma di fantasia e di energia. Quando ero piccolo per vedere uno straniero dovevo vedere un film ed ero meravigliato quando venivano dal Napoli Centro. Abbiamo gli occhi della tigre e voglia di fare» afferma l’artista.
di Antonio Sabbatino