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Potrà laurearsi il detenuto da 30 e lode aveva sostenuto 8 esami in carcere

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frosinone--180x140FROSINONE – Va verso la laurea il detenuto di trentadue anni, di Ceccano, in Ciociaria, che mercoledì 10 luglio si era visto negare dal giudice di sorveglianza del tribunale di Frosinone il permesso per andare a Roma a discutere la tesi di laurea in Scienze politiche nella sede si una università telematica. Giovedì pomeriggio dal carcere di Frosinone, dove si trova recluso da dicembre del 20011 per rapina, è arrivata l’autorizzazione chiesta dall’avvocato Calogero Nobile.
A ROMA SENZA SCORTA – Così venerdì il trentaduenne, che ha sostenuto in carcere gli ultimi otto esami, potrà recarsi a Roma, senza scorta. Forse ad accompagnarlo saranno i genitori. Sul caso il senatore del Pd, Francesco Scalia, ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. «E’ una buona notizia- commenta l’avvocato Nobile – perché si dà la possibilità al mio assistito di completare il percorso di laurea che, una volta finita di scontare la pena, gli aprirà nuove prospettive. Fondamentale è stato il ruolo svolto dalla stampa che ha consentito di arrivare a questo risultato».
IL CASO E L’APPELLO – Il recluso a un passo dal dottorato è un uomo condannato a tre anni con l’accusa di rapina a extracomunitari. Una volta rinchiuso nell’istituto di pena del capoluogo ciociaro, nel dicembre 2011, si era dedicato a completare i suoi studi preparandosi da solo sui libri perché dal carcere non aveva potuto seguire le lezioni via computer. Il laureando aveva sostenuto nel penitenziario ciociaro, davanti a una commissione dell’università, gli ultimi 8 esami, conseguendo tra l’altro voti altissimi (alcuni 30 e un 30 e lode). Di fronte al rifiuto del giudice di sorveglianza verso l’istanza di permesso avanzata dall’avvocato difensore (che aveva chiesto di accompagnare il suo assistito anche con la scorta), il legale aveva annunciato un appello al ministro della Giustizia e al Consiglio superiore della magistratura. Non ce ne è stato bisogno.

Antonio Marlozzi (per corriere.it)

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