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La cocaina aumenta il rischio di infarto, anche tra i giovani

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ROMA. I consumatori di cocaina hanno un rischio aumentato di infarto anche in giovane età. La conferma arriva dagli Stati Uniti, come si legge in una nota del Dipartimento politiche antidroga . Il dato evidenziato durante il convegno dell’American Heart Association in corso a Los Angeles, conferma quello che il Dipartimento sostiene da anni sulla estrema pericolosità del consumo di sostanze stupefacenti, ed in particolare di cocaina nei giovani. Il consumo di cocaina ha importanti effetti nocivi oltre che a livello cerebrale anche sul sistema cardiovascolare con la comparsa di aritmie che vanno dalla tachicardia sinusale benigna alla tachicardia ventricolare, fino all’infarto. D’altronde altri studi clinici hanno anche dimostrato come la cocaina, a causa dei suoi effetti sul tessuto connettivo dell’aorta e data la sua capacità di scatenare un’improvvisa e grave ipertensione, può fungere da fattore che predispone i consumatori alla dissezione dell’aorta.
POLITICHE DI CONTRASTO. Proprio per migliorare l’attrattiva e la qualità dell’offerta della rete dei servizi pubblici e privati accreditati per il trattamento dell’abuso e della dipendenza da cocaina e psicostimolanti, il Dpa già da due anni ha attivato il progetto “Zero Coca” che in collaborazione con la regione Lombardia, si è posto come finalità principale quella di promuovere in via sperimentale lo sviluppo di ” nuove offerte” terapeutiche attualmente carenti e sperimentazioni cliniche  e farmacologiche controllate secondo canoni scientifici.
«La conferma arrivata dell’American Heart Association – ha dichiarato Giovanni Serpelloni, capo del Dpa   ci dice che a causa del consumo di cocaina anche il cuore dei giovani consumatori è a forte rischio di infarto, patologia di solito rara nelle classi giovanili. Siamo sempre più convinti che l’uso di droghe e l’abuso alcolico siano dei seri nemici della salute pubblica e l’attenzione e gli sforzi che dobbiamo dedicare in questo settore per proteggere e promuovere la salute dei ragazzi, costituisca oltre che un dovere anche una vera e propria forma di investimento per il futuro del Paese».

di Davide Domella

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