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“Galeghiotto”, il marchio di qualità che viene dal carcere

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CAGLIARI. In tre colonie penali sarde: Isili, Is Arenas e Mamone dal 2007 il Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) ha dato vita a un progetto di integrazione socio lavorativa dei detenuti. Finanziato dalla Cassa delle ammende, realizzato sotto l’egida del ministero della Giustizia e curato dal provveditorato regionale della Sardegna, è nato così il marchio “Galeghiotto”. Dai formaggi al miele, dalle carni ai prodotti ortofrutticoli freschi ed essiccati, le piante officinali, il mirto, l’olio d’oliva, oggi l’iniziativa è diventata una vera e propria attività imprenditoriale. I prodotti sono venduti online sul sito del ministero della Giustizia e in alcuni mercatini, l’ultimo è stato quello che si è svolto in occasione del Natale al museo criminologico di Roma.
IL PROGETTO. «Negli anni ’90 nelle tre colonie agricole si produceva poco e male. Erano prodotti di cui usufruivano soltanto gli operatori penitenziari – racconta Giampaolo Cassitta, responsabile del progetto– poi abbiamo avuto questa idea innovativa, che nasce dalla consapevolezza che se al detenuto dai un obiettivo da raggiungere, senza una custodia troppo restrittiva, riesce a lavorare anche molto bene».
La start up è datata 2007, nel 2008 arriva il finanziamento di 5 milioni da parte della Cassa delle ammende (oggi è stato restituito un milione di euro). Nel primo anno vengono prodotti 100 litri di olio, ma è chiaro da subito che per fare manufatti di qualità bisogna puntare sulla formazione.
I RISULTATI. I detenuti partecipano ai corsi 15 per volta, escono con il loro formatore (apicolture, allevatore, potatore che sia) ma senza la polizia penitenziaria. Il risultato: zero evasioni su circa 800 partecipanti totali. A Mamone c’è l’idea di aprire un agriturismo all’interno della colonia che darà lavoro a 10 reclusi. L’ultimo passo sarà quello di perfezionare il sito per l’e-commerce ma anche per far conoscere e diffondere l’iniziativa a livello nazionale.

di Francesco Gravetti

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