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Dispersione scolastica dei rom, Rossi-Doria: «Basta campi»

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di Francesco Gravetti
ROMA. Combattere la dispersione scolastica dei rom puntando sul superamento dell’emergenza abitativa, con borse di studio e l’affiancamento di un tutor. È uno degli obiettivi principali per il prossimo anno scolastico del Miur, ma anche uno dei capisaldi della Strategia nazionale d’inclusione dei rom sinti e caminanti del ministro per la Cooperazione internazionale e per l’Integrazione Andrea Riccardi. A delineare gli interventi futuri per quanto riguarda l’istruzione è il sottosegretario al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Marco Rossi-Doria durante l’audizione presso la Commissione straordinaria per la tutela dei diritti umani del Senato.
DATI SCONFORTANTI. I dati sulla dispersione scolastica dei rom sono “sconfortanti”, ha spiegato Filomena Fotia, delegata del Miur presso il tavolo intergovernativo sulla condizione dei rom, sinti e caminanti. A preoccupare maggiormente è la scarsa frequenza dei giovani rom nelle scuole medie superiori, dove si raggiungono livelli di analfabetismo dell’intera popolazione che arrivano quasi al 42%.Per combattere la dispersione, il Miur chiede un “abbandono totale della logica dei campi”. L’esempio, poi, potrebbe essere  l’esperienza portata avanti da Sant’Egidio con borse di studio per sostenere la frequenza scolastica. «La proposta della comunità di Sant’Egidio è stata ripresa nel documento – ha spiegato il sottosegretario Rossi-Doria -. Si tratta di una misura tra molte. Certamente è una spinta nella direzione giusta, ma c’è bisogno di un accompagnamento. Anche in esperienze di tipo analogo nell’Est Europa, in particolare Ungheria e Romania, ci sono misure di questo tipo, ma vengono sempre accompagnate da un tutor, un mentore possibilmente rom, sinti o caminante. Un fratello maggiore o uno zio che ha raggiunto un grado di istruzione superiore».
QUATTRO REGIONI. «Come ministero dobbiamo guardare a esperienze altre – ha aggiunto il sottosegretario -, soprattutto in Europa. Per questo a metà giugno andremo in Ungheria per vedere qual è la loro esperienza». Per il prossimo anno scolastico, intanto, si punta sulle quattro regioni dell’Obiettivo convergenza, cioè Calabria, Campania, Sicilia e Puglia, all’interno del piano di Coesione territoriale coordinato dal ministro Barca.

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