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Pensionati, periferia sociale dell’Italia

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NAPOLI – Nelle ultime settimane gli anziani – ed in particolar modo i pensionati da contributi – sono tornati al centro del dibattito pubblico. Questo per via dell’accesa discussione sulle pensioni che si è riaperto a seguito della proposta delle cosiddette pensioni di cittadinanza previste nell’ultima manovra di Bilancio del governo. Ma una parte della platea che ha contribuito alla cassa previdenziale non ci sta e attacca. «Ormai si parla dei pensionati senza averli come interlocutori», ha detto nel corso dell’incontro “I Pensionati ‘periferia sociale’ dell’Italia” che si è svolto lo scorso venerdì presso il MAMT – Museo della Pace di Napoli, il coordinatore dell’iniziativa Fortunato Sommella. «Noi pensionati siamo una risorsa per tutto quello che abbiamo fatto e quello che facciamo oggi. Le statistiche – aggiunge Sommella – parlano chiaro. Lì dove c’è un pensionato in famiglia questa si sostiene, funge da ammortizzatore sociale». La volontà degli organizzatori dunque è quella di ridare dignità, speranza ed entusiasmo alla categoria dei pensionati e agli anziani tutti.
Nel corso dell’iniziativa si è discusso del ruolo degli anziani nel contesto civile e sociale dell’Italia attuale. Non solo. Si è parlato anche del diritto dei giovani al lavoro, anch’essi “periferie sociali”. Non solo le persone, ma anche le città hanno delle periferie e sono a loro volta periferie d’Italia. Un passaggio presente nella discussione girata attorno alle linee guida tracciate dal giornalista Carmine Zamprotta nel libro “Napoli: Capitale delle Periferie”. Come sottolineato dallo stesso autore, il capoluogo campano non è l’unica città in grossa difficoltà nella gestione dell’aree periferiche. Come ha scritto nel suo libro sono alla stregua di Napoli anche città come Catania, Lecce, Roma, per citarne alcune. «Ho vissuto a Scampia e conosco benissimo le difficoltà di quel territorio e soprattutto le tante strumentalizzazioni che ci sono state», ha dichiarato Zamprotta, il quale ha aggiunto che «ho cercato di far passare il messaggio che le periferie non possono essere più rappresentate come un fatto geografico. Oggi le periferie sono presenti anche al centro, perché c’è un problema sociale importante».

di Ciro Oliviero

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