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Manovra, salta la riduzione Ires: “Al non profit costerà 118 milioni”

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ROMA – “Assurdo che debba essere proprio il Terzo settore a pagare l’accordo con l’Europa. Un prezzo alto: da una prima stima, solo per il primo anno, il volontariato italiano andrà a versare 118 milioni di euro.” E’ il commento della portavoce del Forum nazionale del terzo settore Claudia Fiaschi in merito l’emendamento che sopprime la riduzione al 50% dell’Ires (imposta sui redditi delle società) per iquelle realtà giuridiche che operano in molti settori, tra cui assistenza sociale, sanità, beneficenza, istruzione, formazione. “Un provvedimento – sottolinea Fiaschi – che ci sembra particolarmente penalizzante, soprattutto in relazione al periodo transitorio in cui si attende la piena entrata in vigore della Riforma del Terzo Settore”. L’annuncio è arrivato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha parlato di “enti non commerciali”. Un riferimento dai contorni ancora tutto da definire, ma che come ricorda il Forum chiama comunque in causa gli enti indicati nell’art.6 DPR 601/1973 (Disciplina delle agevolazioni tributarie).
La decisione ha scontentato anche i vescovi. Il segretario generale della Cei monsignor Stefano Russo ha commentato: “Stiamo seguendo come tutti i contenuti della legge di bilancio rispetto ai quali non mancano elementi di preoccupazione che ci auguriamo di poter vedere superati”. Ad essere colpite secondo la Cei quelle “realta’ che spesso fanno fronte a carenze dello Stato assicurando servizi e prossimita’ alla popolazione”.
Un’ulteriore preoccupazione per il mondo del non profit secondo il Forum è data dal contenuto dell’emendamento sulla fatturazione elettronica al DL 291/2018 per gli enti che hanno optato per il regime forfettario (398/91) che si applica ai soggetti con proventi di importo superiore a 65 mila euro. “La modifica introdotta – spiega Fiaschi – sovverte le modalità di conteggio degli aspetti fiscali con l’effetto paradossale che un ente che riceve una sponsorizzazione e che fino ad oggi aveva goduto del regime forfettario, non potrà più ricevere l’importo dell’Iva e sottoporlo al regime fiscale semplificato, trovandosi così fortemente penalizzato.” “Pertanto – conclude Fiaschi – va chiarito come possa essere attuata la detrazione forfettaria e dunque il relativo versamento parziale dell’imposta. Un chiarimento tanto più urgente a causa dell’impatto sulle fatture già emesse dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, avvenuta in questi giorni.”
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