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“Less is more” il viaggio continua

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Traversata TanzaniaTANZANIA- Bagamoyo. Sembra incredibile come tutto qui sia diverso. Siamo nella costa swahili, vecchie e decadenti costruzioni coloniali di corallo bianco sull’oceano. Pochi giorni fa eravamo immersi nella natura selvaggia di parchi dove la civiltà sembrava lontanissima, ritmi e colori della natura. Odore di terra. Qui odore di mare. La Tanzania è un posto incredibilmente meraviglioso. I paesaggi ti accolgono e non ti invitano a farne parte ma ti divorano.  Abbiamo percorso quasi tutti i chilometri. Rimangono gli ultimi 60 per arrivare a Dar es Salaam. Lì è dove si svolge il progetto Less is More e dove incontreremo chi vi ha partecipato e dove saremo accolti dai maggiori rappresentanti delle Istituzioni tanzaniane: il Ministro dello Sport e il Presidente del Comitato Paralimpico Tanzaniano.
I DIRITTI DEI DISABILI- A questo punto del lavoro non ci si può più permettere di ignorare la necessità e l’urgenza che i disabili siano integrati nella comunità, per dare anche loro il proprio contributo. Come ha fatto Norberto finora. Come gli hanno promesso che faranno i bambini delle scuole che ha incontrato. Come recita la targa che ha scoperto in suo onore a Makambako: “una persona che lotta per la realizzazione e i diritti dei disabili”. Non ci sono diritti più giusti di altri da difendere. Quelli dei disabili sono necessari affinché tutta la comunità cresca. La singola vita possibile del disabile riguarda tutta la comunità. Abbiamo girato e pedalato. Parlato con la gente che incontravamo. Sorriso.  Abbiamo vissuto tutto della Tanzania: il sole, la pioggia, gli animali, gli alberi secolari, i grandi centri cittadini, le domande dei bambini e i dubbi degli adulti. Siamo stati oggetto di ilarità e destinatari di speranze. Credo che oltre a viaggiare col corpo abbiamo viaggiato così tanto anche dentro di noi che in questo momento ci sembra fare parte di un tutto a cui non possiamo sottrarci mai più. Questa esperienza ha due nomi collettivi: carovana e folla. Noi e le comunità che abbiamo incontrato.  E il pensiero mi fa giocare: perché la folla spesso è stata in carovana con noi; la carovana era per la folla. Non mi sento più lo stesso. Sento una sorta di imprescindibilità adesso. Con la carovana e con la folla.

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