Connettiti con noi

News

La storia di David: in fuga dall’Africa, realizza il sogno di diventare calciatore

Pubblicato

il

Ascolta la lettura dell'articolo

foto 3CATANZARO – Dove la televisione è un lusso anche una partita di calcio può offrire l’occasione per sperare, per guardare più lontano della realtà ‘cruda’ che intrappola un continente. A volte un sogno può garantire la forza, quella carica necessaria che serve per non rassegnarsi e per credere che infondo tutto può ancora accadere. David Johnson Yeboah ha visto molte partite di calcio in tv e dal suo sogno di diventare un calciatore ha tratto tutto il coraggio che gli è servito, da appena 17enne, per imbarcarsi alla volta del suo personale viaggio della speranza. In molti partono dall’Africa disperati, credendo che quella traversata rappresenti la loro ultima possibilità. David, invece, è partito dal Ghana con un sogno, un desiderio che adesso ha quasi il sapore della realtà. Dopo difficili giorni di viaggio trascorsi sopra uno dei tanti barconi che si fermano a poche miglia dalle coste di Lampedusa, anche il 17enne Yeboah ha messo piede in Italia:
«Non ricordo molto di quel viaggio, posso dire però che è stato lunghissimo ed anche difficilissimo. Non so dire in quanti eravamo su quel barcone né ricordo con esattezza il posto preciso dal quale siamo partiti». David adesso è In Italia da oltre un anno: da Lampedusa è arrivato a Napoli, in particolare a Castellammare di Stabia, per poi finire a Catanzaro, la città dove vive da poco più di quattro settimane. La trafila che ha dovuto affrontare è stata la stessa che centinaia di migliaia di suoi connazionali continuano ad affrontare: l’approdo sull’isola, i primi soccorsi, i trasferimenti nei centri di permanenza temporanei, poi lo ‘smistamento’ nelle varie città d’Italia dove i migranti restano per mesi in attesa dei permessi che, nella maggior parte dei casi, serviranno loro per lasciare l’Italia e raggiungere familiari ed amici nei Paesi del nord Europa. David, invece, non ha mai avuto in mente nulla di tutto questo. «Il mio sogno è sempre stato quello di giocare a calcio – ha dichiarato in inglese aggiungendo, di tanto in tanto, qualche parolina italiana – e sono venuto qui per avere la mia possibilità».
E questa possibilità il giovane 17enne sembra davvero averla trovata. «Ero arrivato a Napoli da pochi giorni, cercavo un lavoro. Mi trovavo a Castellammare e stavamo facendo una partita di calcio sul lungomare». In tanti lo notano ed il ragazzo già sul finire dello scorso campionato partecipa ad allenamenti ed a partitine con i giovani della Juve Stabia. Dopo poche settimane Yeboah viene notato anche dai dirigenti del Savoia, che lo invitano a sostenere un periodo di prova con la compagine di Torre Annunziata attraverso la firma di un contratto con scadenza il 30 giugno 2014. Le sue doti vengono fuori velocemente: «sapevo di avere poco tempo a disposizione, lottavo contro la burocrazia per ottenere i permessi necessari e così mi sono impegnato tanto». Il centrocampista offensivo fa della velocità la sua arma migliore e viene impiegato anche come esterno d’attacco. Per fortuna viene poi notato dai dirigenti del Catanzaro Calcio, che riescono a strappare il calciatore alla concorrenza. Una volta risolti gli ultimi problemi burocratici legati al rilascio dei permessi per poter giocare in Italia David è partito per la Calabria. «Sono felice, è successo tutto così velocemente. Il mio sogno? Quello di giocare in serie A. Ringrazio tutti quelli che hanno creduto in me e che mi stanno facendo crescere». Il Catanzaro ha proposto al calciatore un anno di contratto con un’opzione di rinnovo per le prossime tre stagioni: «Sono felice, stento ancora a crederci».

La strada è ancora tutta il salita per David, che nel frattempo indossa fiero la divisa a strisce gialle e rosse della sua squadra. Ma questo lui lo sa. Sa anche che non sempre la ‘possibilità’che gli è stata concessa, e che lui ha saputo cogliere, si prospetta alla porta di altri giovani come lui. Molti, forse troppi, partono con in tasca un mucchio di sogni che poi si scagliano contro un muro di pregiudizi e di difficoltà. «A tutti quelli che insieme a me hanno fatto questo viaggio voglio dire una cosa: credeteci – ha concluso il giovane calciatore – non è facile, nulla lo è. Ma io sono con voi, il mio pensiero è rivolto a tutti voi».

Di Nicoletta Romano

Clicca per commentare

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe piacerti

medolla 8 mesi fa

Spartak San Gennaro e Al Haddaf team: Napoli e Gaza unite da un pallone

medolla 11 mesi fa

A Caivano la partita della parità e del rispetto

Gravetti 1 anno fa

Bruno, Antonio e la loro missione: medici in pensione, salvano vite in Uganda

medolla 1 anno fa

Premio Città di San Gennaro Vesuviano, tra i premiati il CT della nazionale di calcio U21

Dall'autore

Collaboratore 8 anni fa

Tutti pazzi per il babywearing, anche a Ercolano incontro di genitori “canguro”

Collaboratore 8 anni fa

Maternità sostenibile: ecco i consigli di #unamammagreen

Collaboratore 8 anni fa

A tavola con l’oncologo Gridelli: ecco la cucina “salvavita” in un libro

Collaboratore 9 anni fa

Dipingere la musica: l’integrazione attraverso l’arte

Agenda

medolla 22 ore fa

“In Pellegrinaggio a Gaza”, l’appello a Papa Leone per portare cibo e medicine in Palestina

Gravetti 1 giorno fa

Bandiere di pace su barche di speranza. Dal Mediterraneo a Gaza, anche Napoli e la Campania sostengono la Global Sumud Flotilla

Gravetti 4 giorni fa

“L’invisibile filo rosso”: il film campano presentato a Venezia che accende i riflettori sulla sofferenza psichica

medolla 6 giorni fa

L’Agenda 2030 raccontata, con opere d’arte urbana, sui muri di New York

Salta al contenuto