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La guerra del grano minaccia l’Africa, ma si riscoprono colture millenarie

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Oggi, durante i lavori del vertice straordinario europeo a Bruxelles, è intervenuto in videoconferenza il Presidente dell’Unione Africana, Macky Sall che, a proposito della crisi alimentare dovuta al blocco del grano ucraino, si è detto a favore delle sanzioni occidentali a Mosca, in quanto convinto sostenitore che le responsabilità della crisi alimentare non siano attribuibili alle sanzioni. Ad oggi, in mancanza di un accordo tra superpotenze, ai Paesi africani, esclusi dal tavolo delle trattative, resta solo l’attesa dell’arrivo del grano in ostaggio, e la speranza che non marcisca prima nei silos. Nel frattempo, il continente sta già dando alcune coraggiose e inaspettate prove di sana resilienza alimentare. In molti Paesi, come Congo, Camerun, Nigeria e Kenya, che dipende per quasi la metà del suo fabbisogno interno dal grano proveniente dall’Ucraina, sono state forzatamente riscoperte le colture tradizionali, e il grano, ormai merce costosa e rara, sostituito nella dieta dal riso, dal sorgo e dalla farina di manioca. In molti Paesi, le stesse amministrazioni sono venute in soccorso delle produzioni agricole locali. In Congo, ad esempio, la produzione di farina di manioca è sovvenzionata dal governo, intento non solo a scongiurare una possibile, ennesima, crisi alimentare ma anche a ridurre la dipendenza, oggi stimabile in 87 milioni di dollari l’anno, dal grano di provenienza estera. Crescono i timori per una possibile crisi alimentare anche in Egitto, il più grande importatore di grano al mondo. Il governo di Al-Sisi sta sviluppando un ambizioso progetto di sviluppo agricolo per aumentare la produzione interna di grano. L’obbiettivo è arrivare a produrne 600mila tonnellate già nel 2022 e 1 milione entro il 2023. “Quello che stiamo affrontando oggi fa parte delle sfide senza precedenti che il mondo deve affrontare. La sicurezza alimentare è una priorità assoluta, e lo Stato è impegnato a garantire le materie prime, la loro disponibilità sul mercato locale e a monitorarne i prezzi”, ha dichiarato il Ministro per l’Approvvigionamento e il Commercio interno, Ali El Moselhi. Possibile crisi alimentare, questa, che deve essere tempestivamente scongiurata nell’interesse dell’Africa, ma anche dell’Europa, secondo quanto ha detto il Presidente Sall, capo dell’Unione Africana e del Governo senegalese, perché, “se irrisolta potrà avere un impatto sulle migrazioni e sulla tenuta dell’Unione Europea”.

di Valerio Orfeo

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