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Dislessia, con Ulisse e la dea Atena cala l’ansia nell’83% dei giovani e migliorano i risultati scolastici

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Ansia che scende, comprensione che sale. Per molti ragazzi con dislessia la scuola è un terreno minato: paura di sbagliare, frasi-mantra come ‘è inutile, tanto non capisco nulla’ rinuncia preventiva. Non si tratta solo di difficoltà di lettura o scrittura, ma di un carico emotivo pesantissimo che segna la quotidianità: bassa autostima, scarsa resilienza, senso di inadeguatezza.
All’Istituto Serafico di Assisi, centro riconosciuto per la sua esperienza nell’ambito dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, si è deciso di ripartire da una domanda semplice: che cosa piace davvero ai ragazzi? Da qui è nata una metodologia che mette al centro la motivazione e che ha trovato nella narrazione la sua chiave più potente. Così, seguendo gli interessi degli studenti, sono arrivati in classe Ulisse, Medusa, Atena e persino il Colombre di Buzzati, miti antichi e favole moderne diventati strumenti per riconoscersi, per affrontare le paure e per riorganizzare le strategie di studio.
Negli ultimi cinque anni si è scelto di analizzare in modo mirato un campione di 34 studenti con dislessia seguiti al Serafico, per monitorarne con precisione l’andamento attraverso prove standardizzate e test ripetuti nel tempo. Una scelta metodologica che ha permesso di raccogliere dati solidi e comparabili. E i risultati sono netti: 31 su 34 – pari al 91,17% – hanno migliorato le competenze di comprensione del testo in prove riconosciute a livello nazionale come le MT, le Prove Criteriali e la Prova di Studio della batteria AMOS, i test di Abilità e Motivazione allo Studio, usati in ambito scolastico per valutare non solo le abilità cognitive ma anche le componenti emotive e motivazionali legate all’apprendimento come ansia, autostima, resilienza, motivazione, strategie di studio. È proprio grazie a questi strumenti che è stato possibile documentare i cambiamenti nei ragazzi, prima e dopo i percorsi educativi. Sul fronte emotivo i risultati sono altrettanto significativi. Tra i 18 studenti valutati con AMOS 8–15 e AMOS QAR, 15 (83,3%) hanno ridotto i livelli di ansia, 2 sono rimasti stabili e solo 1 ha mostrato un peggioramento. Nei test che misurano ansia e resilienza insieme, 7 su 8 ragazzi (pari all’87,5%) hanno mostrato contemporaneamente un calo dell’ansia e un aumento della resilienza. E la motivazione? Nei protocolli disponibili, 10 su 15 studenti (66,6%) sono passati da una spinta estrinseca – ‘studio perché devo’ – a una spinta intrinseca – ‘studio perché ci credo’ – , mentre altri 4 hanno migliorato l’atteggiamento scolastico. I benefici sono emersi anche nei contesti più complessi. In un istituto tecnico superiore, una classe con studenti segnati da problemi di condotta e difficoltà di apprendimento ha lavorato sul viaggio di Ulisse come metafora dell’apprendimento e della vita, e sul Colombre come simbolo delle paure che bloccano le scelte. Alla fine del percorso, il 76% ha migliorato la comprensione del testo, il 38% ha ottenuto voti più alti e i provvedimenti disciplinari sono passati dal 23% allo 0%, limitando gli interventi ad ammonizioni orali.
“Non ci fermiamo al mero apprendimento, ma agiamo sulla percezione di se stessi” spiega Silvia Contini, che si occupa del laboratorio di comprensione e produzione del testo presso l’Istituto Serafico. “La diagnosi è solo un punto di partenza, perché l’intelligenza non si esaurisce in un numero ma si nutre di ingegno, creatività, immaginazione, intuizione e resilienza: esattamente la stessa forza d’animo che apparteneva agli eroi antichi”. Il metodo usato al Serafico parte da un foglio diviso in due: da un lato ciò che motiva, dall’altro ciò che spegne. Da lì prende vita un percorso che chiede ai ragazzi di ricordare e riprodurre le trame di storie amate per poi riscriverle e raccontarle, oralmente e per iscritto. In questo modo, attraverso contenuti appassionanti, si lavora sulle strutture di apprendimento: strategie, organizzazione del testo, capacità di sintesi. Il passo successivo è l’ideazione di nuove storie che attivano la creatività, ampliano il patrimonio lessicale e potenziano il problem solving.
Nella Giornata mondiale di consapevolezza sulla dislessia dell’8 ottobre il Serafico di Assisi porta una notizia che va oltre gli slogan: quando la motivazione nasce dai mondi che i ragazzi amano — e i miti sono tra questi — ansia e sfiducia arretrano, mentre comprensione, resilienza e autostima avanzano. Una piccola rivoluzione educativa che oggi parla anche con la forza dei numeri.